È da tempo che i fondi comuni non sono più nel cuore degli investitori italiani, ma negli ultimi mesi sembra registrarsi una vera e propria fuga dai fondi comuni.
Solo a novembre 2011, i riscatti netti dai fondi comuni sarebbero stati oltre 8,5 miliardi di euro, che seguono i 5,8 miliardi di ottobre i 6 miliardi a settembre. Valori che non passano inosservati, non solo rispetto al secondo trimestre che complessivamente aveva visto deflussi per 6,7 miliardi, ma anche rispetto al totale del patrimonio delle gestioni collettive, equivalente a circa 263 miliardi di euro.
I fondi comuni soffrono, oltre che delle difficoltà della congiuntura economica finanziaria attuale, anche per motivi legati alla loro natura, patendo il fatto di essere strumenti nati e pensati in un epoca sostanzialmente diversa, tant’è vero che ci sono diverse iniziative per “aggiornarli” al contesto (anche tecnologico) attuale.
Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]
Aggiungerei un elemento fondamentale, forse il principale.
La maggioranza dei fondi sono venduti tramite banche o promotori. Banche e Sim oggi hanno fame di raccolta diretta. Per cui fanno vendere i fondi per far acquistare le loro obbligazioni. Tutto questo rende palese il conflitto di interesse delle banche che chiaramente non fanno l’interesse del cliente.