Le analisi dell’Area Research di Banca Monte dei Paschi di Siena indicano che c’è un “rischio inflazione” per il prossimo futuro: il taglio dei tassi da parte della BCE (cui si aggiunge l’attesa di un nuovo taglio di 25 punti base nel primo trimestre 2012 — quando il rallentamento economico dovrebbe toccare più direttamente anche Francia e Germania) infatti può stimolare l’economia, ma ha l’effetto collaterale di togliere freni all’inflazione, che dovrebbe assestarsi per 2011 e 2012 attorno al 3% (la soglia normalmente “tollerata” è il 2%).
L’inflazione rischia di andare a pesare sui consumi, già depressi dalla crisi, con una riduzione del potere d’acquisto delle famiglie:
[…]In Italia, ad esempio, dopo il forte calo del potere di acquisto registrato nel biennio 2008-2009, il dato è tornato a contrarsi su base tendenziale (-0,3% nel secondo trimestre 2011) e la recente accelerazione dei prezzi al consumo (3,4% anno su anno il Nic di ottobre) continuerà a pesare sulla spesa personale. Questo va ad aggiungersi ad una manovra fiscale restrittiva (i dettagli del decreto sviluppo e del maxiemendamento dovrebbero essere noti entro la metà di novembre) che, secondo la revisione al documento di finanza pubblica, da un lato innalzerà la pressione fiscale (che potrebbe salire al 44,9%, dal 43,5% attuale e dal 40,8% del 2000) e dall’altro andrà a ridurre la spesa pubblica (con la spesa per investimenti nel triennio 2011-2013 dovrebbe contrarsi del 25% rispetto al 2010) con un effetto restrittivo sull’economia. Secondo le stime dell’Area Research di Banca Monte dei Paschi di Siena nel 2012 i consumi privati torneranno a contrarsi (-0,4%, rispetto al +1% nei primi 6 mesi del 2011). […]
Si tratta di una scelta obbligata (l’inflazione non è il problema principale, in questo momento), e che in ogni caso potrebbe avere altri effetti benefici:
[…] l’inflazione diviene un valido alleato per ridurre i rendimenti reali e consentire un sostenibile aggiustamento dei conti pubblici, soprattutto in contesti di bassa crescita o addirittura crescita negativa (-7,34% a/a e -1,01% il Pil della Grecia e del Portogallo rispettivamente nel secondo trimestre del 2011). […]
[…] c’è ancora una forte crisi di fiducia che impedisce agli istituti di credito di scambiarsi flussi sull’interbancario: i depositi presso l’Istituto Centrale sono infatti saliti a 229 miliardi di euro, il massimo da oltre un anno. Dopo l’Irlanda e la Grecia è la Germania il paese il cui sistema finanziario ha fatto maggior ricorso alle aste Bce in termini di importi finanziati nei primi 5 mesi 2011. In tali circostanze la Bce non può far altro che adottare politiche monetarie espansive malgrado il rialzo dei prezzi. […]
Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]