Armando Carcaterra (Direttore Generale Anima) discute di un tema interessante: da un lato è corretto che “chi sbaglia paghi”. La sua opinione si sintetizza con l’ultima frase, che anticipiamo: “Gli eccessi possono portare all’infarto, ma lasciare che il cuore si fermi non è la cura”
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D1. È sempre giusto che chi sbaglia deve pagare?
Gli “indignados” considerano le banche il nemico. Ad esse rimproverano di avere provocato la crisi più devastante dell’ultimo secolo e di essere state salvate dai governi aumentando a dismisura il debito pubblico.
Alla vigilia del fallimento di Lehman Brothers insigni economisti liberisti e conservatori esprimevano concetti analoghi: nella loro visione, il capitalismo è efficiente perchè “chi sbaglia paga” (cioè è lasciato fallire). Secondo questa visione, salvando le banche che avevano assunto rischi eccessivi, le si sarebbe incoraggiate a prendere rischi ancora più grandi. In omaggio a questa filosofia, Lehman Brothers fu lasciata fallire, ma la lezione che è possibile trarne è stata un’altra ed opposta: i fallimenti bancari non sono salutari, ma disastrosi non solo per le banche, ma per l’intera economia.
D2. Cosa succederebbe al sistema bancario, in caso di default dei paesi a rischio?
Le apprensioni dei mercati e l’accentuata volatilità che li caratterizza dipendono non soltanto dalla difficoltà di gestione dei debiti pubblici, ma dal fatto che eventuali “default” dei paesi a rischio (Grecia, Portogallo, Spagna e in certa misura anche Italia) si trasferirebbe automaticamente sui bilanci delle banche, che sono le principali detentrici di titoli pubblici. Un eventuale “default” di un paese sovrano si porterebbe dietro quello di alcune banche. Alcuni osservano che un eventuale “default” della sola Grecia sarebbe quantitativamente sopportabile, mentre l’impatto del contagio ai paesi più grandi (Italia e Spagna soprattutto) spingerebbe sicuramente al fallimento molte banche europee.
Gli investitori reagiscono immediatamente alla paura che il contagio possa avere luogo e stanno vendendo a piene mani le azioni delle banche europee: la capitalizzazione di queste ultime, infatti, si è quasi dimezzata nel corso dell’estate, erodendo le linee di difesa delle banche..stesse. Per questo i mercati azionari hanno reagito con inattesa euforia quando -pochi giorni fa- il Presidente della Commissione Europea ha annunciato che era allo studio un piano di ricapitalizzazione delle banche europee ed è per questo, al contrario, che i mercati hanno poi reagito molto male quando il Cancelliere tedesco ha precisato che ci vorrà tempo per approntare quel piano. Mettere al più presto in sicurezza il capitale delle banche appare oggi ai mercati un’assoluta priorità.
D3. Che ruolo hanno avuto e hanno tuttora le banche nelle crisi finanziarie?
Le banche possono essere il veicolo di una reazione a catena dagli sviluppi sistemici incontrollabili. Nelle economie moderne ed in un contesto finanziario ormai totalmente globalizzato, non è più il destino della singola banca che conta, ma è la sua collocazione nella complessa innervatura del sistema che rende irrinunciabile la sua stabilità.
Una ricerca condotta da studiosi del MIT e dell’Università di Venezia1 ha tracciato quantitativamente i legami multilaterali che, attraverso molteplici canali, collegano operativamente le principali banche, assicurazioni, fondi hedge e banche di investimento a livello mondiale.
I risultati della ricerca mostrano che nelle ultime due crisi finanziarie, l’epicentro non sono stati gli hedge funds, ma proprio le banche. Mentre infatti le difficoltà degli hedge funds tendono a rimanere isolate al comparto dei fondi dello stesso tipo, gli shocks che hanno origine nelle banche generano invece un’onda d’urto che tende a colpire tutti gli angoli del sistema.
Gli “indignados” hanno certamente ragione a lamentare che la crisi finanziaria del 2007-08 è stata generata da comportamenti sconsiderati, da innovazioni finanziarie tossiche e da eccessi di deregolamentazione che devono oggi essere contrastati e corretti.
Non è però il fallimento delle banche la strada per ottenere un mondo migliore. Nelle economie moderne, il sistema finanziario ha ormai assunto il medesimo ruolo che, nel corpo umano, è svolto dal sistema cardiocircolatorio.
Gli eccessi possono portare all’infarto, ma lasciare che il cuore si fermi non è la cura.
In linea teorica quello che si dice nell’articolo potrebbe avere senso se la prospettiva fossero la certezza di regole ferree che allo stato attuale non ci sono. Inoltre la ricapitalizzazione del banche è un atto doloroso che dovrebbero sopportare i cittadini e questo è quanto mai la strada per vendette trasversali.
Ricapitalizzare banche con buchi mostruosi a danno della collettività è la peggior soluzione che si possa prendere. Le banche hanno fallito nella loro cupidigia e nel totale disinteresse politico delle loro azioni, spesso sostenute da esperti economisti e finanzieri hanno spolpato l’osso. Adesso si scarica sulla popolazione rendendo ancor più fragile la capacità di ripresa a tutto vantaggio delle classi più ricche e meno influenzate dalla crisi.
Le banche in crisi dovrebbero essere fatte fallire in maniera controllata: nazionalizzate, depurando i debiti dagli attivi (depositi attivi) e scaricando in toto l’indebitamento alle quote societarie. Ma tutto questo prevede una serie di regole così severe che nessun stato è in grado di prendere. Il sistema è quindi destinato o al fallimento, oppure come descritto nell’articolo alla boccata di ossigeno con i soldi dei contribuenti, ma lascerebbero ancora una volta in piedi dei mostri finanziari dai piedi d’argilla che prima o dopo cadranno rovinosamente su tutto l’intero sistema economico e finanziario mondiale.
Tanto vale, adesso e senza troppi indugi, attuare quella che fu la Glass-Stegall separando le banche commerciali dalle altre, vietare totalmente tutti i derivati che non abbiano realmente un sottostante, cancellare tutti i contratti assicurativi virtuali, vietare tutte le opzioni futures sugli indici, vietare i futures sulle comodities fatto salvo che non si acquisti il bene trattato, vietare le transazioni OTC e quelle delle Dark-Pool.
Ma si sa che per attuare queste cose è necessario che le nazioni siano concordi, ma chi comanda nelle nazioni? Lo sappiamo no?