Sono molti gli analisti e commentatori, la fonte principale della crisi finanziaria attuale è la mancanza di fiducia. Volendo fare una distinzione “semplicistica”, è una natura diversa da quella della crisi del 2008 (per quanto questa ne sia il proseguimento), perché allora il problema era legato al fatto che era emersa una sopravvalutazione di molti titoli, che ha portato ad una serie di conseguenze in cascata. La crisi attuale invece è legata alla preoccupazione sulla capacità di diverse economie di affrontare una nuova crisi.
La parola chiave è “incertezza”, ma soprattutto incapacità di misurarla, di dare una valutazione alla possibilità che certi eventi si verifichino o meno. E quindi diventa difficile misurare il rischio, e di conseguenza scegliere di affrontarlo. Quindi meno investimenti, anche reali (c’è sicuramente meno voglia di avviare un’impresa), e meno consumi. Una situazione in cui dunque una crisi economica diventa quasi inevitabile.
Sotto accusa è la classe politica: senza parlare della confusione che ha circondato la manovra finanziaria italiana, anche a livello europeo manca una guida “forte” (per quanto questo sia causa della stessa natura attuale dell’Unione Europea). Ma in realtà non sono neppure le carenze da questo lato dell’oceano a preoccupare più di tanto i mercati, perché per molti versi note ed anticipate. A preoccupare piuttosto il livello del dibattito in USA sul tema dell’innalzamento del tetto al debito: è vero che in pochi hanno veramente creduto che non si sarebbe giunti ad un accordo, ma il fatto che ci siano fazioni che sembrano puntare sul “tanto peggio tanto meglio”, per poi accusare l’amministrazione attuale di avere portato gli USA in crisi, preoccupa i mercati, e ha intaccato l’idea di solidità associata all’economia americana.
Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]
La Spagna vede uno spread rispetto ai btp tedeschi più basso dell’Italia nonostante la disoccupazione sia doppia della nostra. A mio avviso loro hanno saputo dare una risposta precisa ai mercati mentre la manovra italiana è stata presentata e cambiata almeno quattro volte. Certo, la crisi è globale, ma noi ci stiamo mettendo molto del nostro per amplificarla.
Dall’aumento dell’Iva mi aspetto come conseguenza una diminuzione dei consumi, nella manovra vedo solo aumenti di tasse ma niente che tenti di rilanciare l’economia.