Quando si parla di investimenti in campo finanziario, la maggioranza degli investitori è convinta di poter ottenere performance sopra la media (come avevamo visto quando abbiamo parlato dei 10 errori più comuni negli investimenti). Si tratta in molti casi di un’idea un po’ ingenua, soprattutto perché implica che l’investitore amatoriale “batta” anche intermediari ed istituzioni finanziari che hanno centinaia di milioni di investimenti e che soprattutto hanno degli specialisti che si occupano tutto il giorno di finanza ed investimenti. Davvero un investitore che dedica alla finanza qualche ora alla settimana può ottenere performance migliori di loro?
In realtà, sembrerebbe che molti errori che commettono i piccoli investitori sarebbero dovuti al fatto che non considerano adeguatamente gli svantaggi che si trovano ad affrontare. E se “battere il mercato” (ottenendo rendimenti maggiori di quelli degli indici di riferimento) in maniera costante è in realtà intrinsecamente improbabile, diventa importante evitare errori che possono portare invece ad ottenere performance molto minori di quelle del mercato.
Il primo punto da considerare è che la decisione di investire è basata su informazioni ed aspettative, ed in particolare sulla convinzione di sapere qualcosa che gli altri non sanno. Questo anche perché tutte le informazioni “note” in realtà sono già “incorporate” all’interno del prezzo. Tra “gli altri” che “non sanno” non si può dimenticare che ci sono anche intermediari, banche o anche operatori dell’industria di appartenenza che è difficile pensare non abbiano accesso almeno a tutte le informazioni che può avere il piccolo investitore. E ragionevolmente, spesso molto di più: senza cadere nell’insider trading, una profonda conoscenza di un settore permette di comprenderne le dinamiche e i trend in modo molto più chiaro.
Sembra che stiamo a questo punto descrivendo una causa persa: ma in realtà i piccoli investitori possono avere un vantaggio significativo rispetto ai “giganti” della finanza, anche nel medio-lungo periodo. A patto, però di mettere da parte l’idea di rendimenti astronomici (ovviamente, a meno di esporsi anche a rischi elevati).
Più di qualche analista sottolinea come sarebbe opportuno che i piccoli investitori si concentrassero, anziché sulla performance pura, sulla gestione del rischio. Questo perché i piccoli investitori possono contare su una maggiore agilità: in particolare, l’aspetto interessante che viene sottolineato è che un grande investitore, quando muove i suoi capitali influenza il mercato, introducendo quindi elementi di rischio. Un piccolo investitore invece non ha questo problema, quindi può replicare la performance del mercato ad un rischio (quindi costo) minore, che quindi può diventare un rendimento (sostenibile) da non sottovalutare.
Serve però prendere qualche accorgimento, su cui torneremo nei prossimi giorni.
Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]
Questi grandi “specialisti che si occupano tutto il giorno di finanza ed investimenti” e che lavorano per le grandi banche, con le loro commissioni hanno eroso per anni i soldi investiti e in più sono sempre stati sotto ai benchmark che loro stessi si ponevano.
Infatti. Però è ingenuo pensare di fare tanto meglio, anche se non va sottovalutato che investire soldi propri anziché altrui è decisamente diverso. Il punto cruciale, piuttosto, è appunto che a un investitore in genere conviene puntare innanzitutto a contenere i costi (commissioni comprese…).