Il Centro Studi dell’ABI ha svolto un’analisi del comportamento dei tassi d’interesse durante la crisi, i cui risultati evidenziano come negli ultimi due anni non vi sarebbero state “tensioni” nell’andamento dei tassi sui finanziamenti. O meglio, per dirla con le parole del Rapporto di previsione AFO: “l’adeguamento dei tassi d’interesse applicati ai finanziamenti non abbia registrato, nell’ultimo biennio, tensioni dal lato dell’offerta”.
In particolare, secondo le stime del Centro Studi dell’ABI, nel corso del 2009 il tasso sui prestiti a famiglie e imprese “si è collocato al di sotto di quanto prevedibile sulla base di cicli economici precedenti, considerando che in una fase di rischio di credito crescente si sarebbero giustificati livelli più elevati dei tassi di quanto ipotizzabile seguendo le dinamiche registrate sui mercati”. In altre parole, le banche italiane hanno “trasferito ai clienti” in misura limitata le tensioni che si sono avute sul mercato interbancario.
Queste considerazioni, aggiungiamo noi, sono vere soprattutto se si confronta il comportamento delle banche italiane con quanto avvenuto all’estero (USA, UK, Spagna…), dove le difficoltà sono state decisamente maggiori, anche se ciò non toglie che l’efficienza del settore bancario in Italia non abbia ancora spazio per miglioramenti. Per completezza, è bene evidenziare che lo studio di ABI si riferisce principalmente alla valutazione del rischio da parte delle banche, ma non riguarda ovviamente il fatto che i prestiti ed i mutui a tasso indicizzato abbiano seguito l’andamento dei tassi di mercato (come è naturale), dato che è un discorso completamente diverso.
L’analisi del Centro Studi di ABI include anche delle interessanti previsioni sul livello dei tassi nei prossimi anni: “Anche nei prossimi anni il livello dei tassi sui prestiti dovrebbe rimanere contenuto: secondo le previsioni AFO al 2012 il tasso medio a famiglie e imprese dovrebbe collocarsi al 4,4%, lo stesso livello registrato nel 2009”.
Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]