Banche italiane tre volte meno esposte sull’estero rispetto a quelle europee
Sempre dal Rapporto di Previsione AFO dell’ABI, di cui abbiamo già accennato, un dato molto interessante riguarda l’esposizione delle banche italiane sui mercati esteri.
L’esposizione è stata calcolata l’ammontare totale dell’esposizione (ripartita tra i diversi paesi verso i quali le banche investono), ed il ‘rischio paese’, misurato dagli spread sui CDS (che forniscono una misura) grado di rischio di ciascuna esposizione, ottenendo così una stima delle
potenziali “perdite attese” dai diversi sistemi bancari europei.
Questo valore è il più basso per l’Italia (3%), contro l’8,2% dell’Area euro e il 18,2% della Germania, il cui sistema bancario appare quello più esposto al “rischio estero”, fatto che da solo dovrebbe dimostrare l’interesse tedesco nel supportare la solidità dei sistemi economici di Paesi quali Grecia, Spagna o Portogallo.
ABI sottolinea inoltre che le “perdite teoriche” medie a livello europeo (l’8,2% del capitale, come detto) “non sarebbero comunque tali da modificare la solidità delle banche dell’Area Euro”
Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]
Scusa, ma il rischio e’ solo quello verso i mercati esteri o include anche quello verso i mercati interni?
Lo chiedo perche’ nel quadro degli stress tests europei la Banca d’Italia ha pubblicato l’esposizione dei 5 principali gruppi bancari italiani (Intesa, Unicredit, Monte dei Paschi, Banco Popolare, UBI) rispetto ai titoli di stato di molti Paesi europei (i dati si trovano qui; vedi anche qui per i dati di tutte le 91 banche europee sottoposte a stress test). Queste 5 banche posseggono un totale di 196.4 miliardi di euro in titoli di stato europei, di cui pero’ il 73.8% (144.9 miliardi) e’ in titoli italiani e solo il 26.2% e’ in titoli extra-italiani (btw, Unicredit possiede 42.9 dei 51.5 miliardi in titoli non italiani).
Per contro, se consideriamo ad es. la Francia (vedi qui; avrei preferito usare i dati tedeschi ma non son riuscito a scovarli) troviamo che su 238.6 miliardi di titoli di stato posseduti dalle banche francesi sottoposte agli stress test, l’esposizione verso i titoli di stato francesi e’ di 93.5 miliardi (39.2%), mentre quella verso titoli di stato esteri e’ del 60.8% (di cui circa 1/3 in titoli italiani).
Ora, il portafoglio “estero” francese mi sembra piu’ rischioso di quello italiano (ad es. perche’ l’8.0% di questo portafoglio e’ fatto titoli di stato greci.. mentre i titoli greci sono solo il 3.5% del portafoglio estero italiano); ma cosa succederebbe al rischio delle banche italiane se si tenesse conto del rischio sui titoli di stato italiani allo stesso modo in cui se ne tiene conto per le banche francesi?
Insomma, non e’ che la banche italiane si piazzano bene semplicemente perche’ la loro presenza all’estero e’ relativamente marginale? Cosa succederebbe se si usassero i CDS per valutare il rischio totale (ovvero quello estero + quello “interno”)?
Le tue osservazioni sono corrette: qui si parlava di mercati esteri, e direi che è condivisibile l’osservazione che le banche italiane “fanno bella figura” perché rispetto a quelle tedesche investono in misura minima all’estero….
La risposta te la sta dando il mercato dopo 3 mesi esatti dalla tua domanda…lo spread tra il btp italiano e il bund tedesco si è allargato oltre i 210 punti ..il dax sale e il ftsemib crolla..
stiamo iniziando a scontare che siamo un paese di vecchi,mediamente ignorante, deindustrializzato, governato da 4 pagliacci che litigano tra loro senza prospettive di rilancio.