Nonostante le preoccupazioni che genera, le difficoltà economiche della Grecia potrebbero alla fine favorire la ripresa dell’economia italiana. La ragione sta nel fatto che le tensioni riguardanti le finanze greche hanno come effetto quello di indebolire l’Euro, almeno in una certa misura (sebbene, è il caso di evidenziare ancora una volta, non così tanto da metterlo “in crisi”).
Questo indebolimento dell’Euro potrebbe quindi favorire le esportazioni dei Paesi dell’area: un elemento estremamante importante dato il peso dell’export sul PIL italiano. Secondo l’Area Research di Banca Montepaschi, ipotizzando di un aumento delle importazioni dei paesi OCSE rispettivamente del 3,5% e del 4,5% e qualora il cambio euro/dollaro scenda fino a 1,25 a fine 2010 e a 1,15 a fine 2011 l’effetto totale sulle esportazioni italiane sarebbe di una crescita intorno al 7% cumulata nel biennio, che potrebbe porre le basi per cuna crescita del PIL leggermente superiore a quella ad oggi stimata.
Chiaramente questa opportunità non deve spingere ad “adagiarsi sugli allori”: tanto più che i settori che beneficerebbero di più di questa possibile crescita dell’export sarebbero quelli che hanno maggior propensione alle esportazioni, come la meccanica o gli alimentari. Settori a bassa propensione chiaramente non trarrebbero grossi benefici da un euro più debole, ma anzi potrebbero essere danneggiati, dato che un euro più debole al contempo andrebbe ad aumentare il costo delle materie prime e degli altri beni importati.
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