Economia e Finanza

Come scelgono la banca, gli italiani?

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Torniamo alla ricerca condotta da TNS per ING Direct, di cui abbiamo parlato un paio di giorni fa relativamente alle abitudini di consumo e risparmio, per esaminare un altro aspetto trattato dall’indagine, e cioè i fattori che influenzano la scelta di una banca da parte dei risparmiatori. In Italia, i fattori più rilevanti sono i seguenti:


  • Commissioni basse o assenti (35%)
  • Rapporto qualità/prezzo (34%)
  • Reputazione (25%)
  • Facilità di accesso (vicinanza geografica) (4%)
  • altro (1%)

Il fattore prezzo, in termini assoluti o relativi (comparato alla qualità), è dunque il fattore principale di selezione di una banca da parte degli italiani, secondo quanto emerge dall’indagine. È interessante notare come invece abbia poco peso la facilità di accesso intesa come vicinanza geografica: anche se la ricerca non approfondisce le motiviazioni, possiamo vederla come una conferma che ormai gli italiani ritengono possibile fare la maggior parte delle operazioni online o tramite telefono, a conferma di una tendenza ormai consolidata (secondo i dati ABI, ormai un conto corrente su tre è online).
È però interessante evidenziare come i fattori rilevanti nella scelta siano significativamente diversi da un paese all’altro (l’indagine è stata condotta nei 9 paesi dove opera ING Direct — Italia, Usa, Canada, Francia, Germania, UK, Austria, Spagna e Australia), come si può intuire dal grafico (forse un po’ affollato, in verità) che segue.

Fattori di Selezione della banca, da parte delle famiglie (fonte: TNS - ING Direct)

Fattori di Selezione della banca, da parte delle famiglie (fonte dei dati: TPS - ING Direct), Italia evidenziata in rosso


Ad esempio, in UK il fattore di scelta principale è la reputazione (43%), mentre passano in secondo piano l’assenza di commissioni e il rapporto qualità prezzo (rispettivamente, 20% e 24%). Un dato che può essere letto in diversi modi: il primo è che è possibile che gli inglesi diano per scontato che le banche abbiano costi accettabili, mentre in Italia un conto “scelto male” può costare anche diverse centinaia di euro all’anno. Ma evidenzia probabilmente anche una forte attenzione all’affidabilità delle banche inglesi: probabilmente “brucia” ancora il ricordo di casi quali Northern Rock (anche se è bene ricordare che proprio il panico è stato uno dei fattori che ha condotto alla crisi della banca).
In USA, Canada e Astralia il fattore più rilevante è l’assenza di commissioni (con il rapporto qualità/prezzo che ha un peso molto inferiore), che indica come i risparmiatori di questi Paesi non siano interessati più di tanto a servizi particolarmente “avanzati”: la banca dovrebbe secondo loro probabilmente offrire servizi semplici, a costi estremamente ridotti. Un po’ il contrario dell’atteggiamento di Francia e Austria, dove invece il rapporto qualità/prezzo è considerato più rilevante, il che indica come questi risparmiatori siano interessati a servizi aggiuntivi e/o di qualità superiore, nel qual caso sono disposti a riconoscerne il valore pagando qualcosa di più per ottenerli.
Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]

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