La crisi finanziaria sta creando una grossa contraddizione nel mondo della finanza, anche “spicciola”. Infatti, abbiamo spesso ripetuto che la chiave per un finanza “sana” è che questa dedichi attenzione all’ottica di lungo periodo anziché al breve.
Però, del resto, gli investitori che hanno impostato negli anni scorsi i loro investimenti con un’ottica di lungo periodo si sono trovati comunque penalizzati dalle pesanti perdite generalizzate subite dai mercati negli ultimi mesi. Il rischio quindi è intuibile, e cioè che la lezione sia quella che è meglio investire con un’ottica di breve periodo, per evitare per il futuro il ripetersi di situazioni analoghe.
Per quanto “ottica di lungo periodo” non voglia dire “chiudere l’investimento nel cassetto e dimenticarsene”, il rischio è quello che si venga a creare una mentalità del tipo “io investo in ottica di breve periodo, gli altri devono essere obbligati ad operare nel lungo periodo“. Chiaramente, è una mentalità che non può funzionare. Di fronte a queste tensioni, diventa quindi ancora più importante trovare meccanismi che spingano verso un investimento “di medio-lungo periodo”. Infatti, la mentalità “di breve periodo” è proprio alla base della non-sostenibilità di un sistema, e quindi in ultima analisi delle crisi più gravi.
Probabilmente, i fattori su cui intervenire sono principalmente la fiscalità e la regolamentazione dell’erogazione dei dividendi, ma in realtà molto dipende da come si affronta la crisi attuale. Infatti, se viene premiato (anche a livello di aiuti) chi ha ragionato in ottica “sostenibile”, allora chiaramente il lungo periodo viene incentivato . Si possono combinare sostenibilità e breve periodo? In realtà, sì, perché alla fine sono le impresa che devono operare secondo logiche di sosteniblità: può aver senso che una parte (anche significativa) degli investitori “accompagnino” l’azienda solo in una piccola parte del “percorso”, una logica diversa dallo “spremere tutto quel che si può”. Purtroppo, molti interventi “anticrisi” attuati finora hanno in realtà creato situazioni più o meno forti di moral hazard, che creano di fatto spinte nella direzione diametralmente opposta a quella ideale.
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