Lo stato “non buono” di salute dell’economia europea è evidenziato da un dato significativo, ma non molto evidenziato dalla stampa: Volvo ha annunciato, nel report relativo al terzo trimestre, un crollo del 99,73% degli ordini di camion. Mentre nel terzo trimestre 2007 erano stati 41.970, nel terzo trimestre 2008 sono stati solamente 115.
Un numero che dimostra un atteggiamento di attesa da parte del settore della logistica, un settore che è cresciuto notevolmente negli ultimi anni, ma che è anche particolarmente esposto alle condizioni negative di mercato: in tempi di recessione, circolano meno merci e quindi gli operatori logistici lavorano inevitabilmente meno, con ricadute che si hanno inevitabilmente anche sui produttori di automezzi, come chiaramente evidenziato dal dato. Questo al contrario di altri settori, in cui le singole aziende hanno comunque maggiori margini per riadattarsi a esigenze di mercato diverse, modificando i propri prodotti e servizi.
Per capire meglio il significato del quasi azzeramento degli ordini subito da Volvo Trucks, è bene chiarire che il totale di 115 ordini è dato dalla somma degli ordini effettivamente ricevuti nel trimestre e degli ordini ricevuti in precedenza che sono stati però annullati (che considerato come un valore negativo): questi due valori più o meno vanno a bilanciarsi. Quindi, per quanto dal punto di vista dell’economia complessiva europea la chiave di lettura sia quella che abbiamo detto, dal punto di vista di Volvo va detto che il dato può essere inquadrato in ottica di correzione di valori, quindi un fatto molto meno drammatico di quanto la percentuale fa pensare a prima vista.
La domanda chiave che viene da farsi a questo punto è abbastanza scontata: perché ci sono stati così pochi ordini nuovi e così tanti ordini annullati?
- Chiaramente, la crisi finanziaria ha un suo ruolo significativo: è bene sottolineare che però questo dato non va a collegarsi con l’andamento delle borse ad ottobre, quando molti si sono accorti quasi per la prima volta della crisi, anche per il semplice motivo che i dati riguardano il terzo trimestre, cioè il periodo luglio-settembre.
- Il dato va piuttosto ricondotto ad un atteggiamento attendista da parte degli operatori logistici, che probabilmente hanno scelto di aspettare di capire meglio come si sarebbe evoluta la situazione in Europa prima di fare qualunque cosa.
- Uno degli elementi che probabilmente è entrato fortemente in gioco in questa scelta è il prezzo del petrolio. Infatti, i trimestri precedenti hanno visto un trend nettamente crescente di prezzi, mentre il terzo trimestre ha visto prima una stabilizzazione e poi una discesa, il che probabilmente ha portato diversi operatori a rivedere la scelta di rinnovarare il parco veicoli (con veicoli nuovi più efficienti, che quindi consumano meno), che oggettivamente è da cosniderarsi uno dei driver delle vendite nei trimestri precedenti.
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