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Con la crisi aumentano i debiti di imprese e consumatori: un rischioso fenomeno con dei lati positivi

Le ristrettezze finanziarie di questi periodi stanno spigngendo molte famiglie ed imprese a ricorrere a finanziamenti per sostenere le proprie spese. Si tratta di un fenomeno che comporta grossi rischi, soprattutto per le famiglie.


Infatti le imprese ricorrono al credito per sostenere un’attivita che crea valore aggiunto. Entro certi limiti, si può dire che il prestito finalizzato a supportare la produzione funziona da carburante per un meccanismo che in linea di principio permette il suo rimborso. Semplificando, più debiti vuol dire più risorse e quindi possibilità di produrre (e guadagnare) di più.

Nel caso delle famiglie però il ricorso al credito avviene non per supportare la produzione, ma i consumi. Intendiamoci, può essere un modo per gestire la propria liquidità, ma non bisogna cadere nell’equivoco che il ricorso al prestito dia la possibilità di consumare di più: alle famiglie dà solo la possibilità di consumare in tempi differenti.

Di contro, però, questo ricorso al credito conseguente alla crisi potrebbe avere il potenziale effetto collaterale di frenare la crisi, o meglio alcuni suoi aspetti. Infatti la domanda di prestiti si presenta come un’opportunità di business per il settore finanziario, che in questo momento necessita disperatamente di risorse. Certamente, una ben magra consolazione per chi si trova in difficoltà a far quadrare i conti ma, a livello “macro” potrebbe essere un segnale importante: finora la sensazione infatti era quella di cadere nel baratro e che ogni cosa che avvenisse accelerasse la caduta, mentre adesso potrebbe innescarsi un meccanismo “naturale” (cioè non conseguente a interventi esterni) che può iniziare a far da paracadute e rallentare la discesa: il che di per sé potrebbe essere quantomeno un segnale di prospettive per il prossimo futuro.

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