Vale la pena mettere i soldi in un fondo di investimento? E’ il dubbio di molti. Il problema di fondo è che i fondi non rispettano le promesse: la “gestione attiva”, l’abilità del gestore dovrebbe far sì che i fondi “battano il benchmark”, l’indice di riferimento che descrive l’andamento del settore del mercato. Ma questo, come evidenziato dai dati dello studio condotto da Morningstar, non avviene in realtà quasi mai: la performance dei fondi è in molti casi equivalente a quella che si avrebbe se il gestore facesse operazioni a caso. Insomma, una bocciatura di tutto il “mondo dei fondi”, dopo quella del settore dei fondi absolute return, che non sono riusciti a mantenere un risultato positivo.
Vale la pena sottolineare che questi risultati dei fondi non dipendono dal tipo di tassazione cui sono soggetti in Italia, spesso portata come spiegazione delle performance, ma dipende proprio dalla gestione. E va aggiunto che non è un problema solo dei fondi italiani, ma lo si riscontra a livello internazionale.
Una volta, performance di questo tipo potevano comunque essere accettabili, quando per molti sarebbe stato difficile accedere a investimenti sostitutivi, e in pochi erano disposti ad impiegare tempo a crearsi un portafoglio che rispecchiasse un benchmark od un indice. Ma oggi sono in molti a pronosticare un tramonto quasi completo dei fondi “a gestione attiva” nel giro di qualche anno, a favore di strumenti “passivi” come gli ETF. Anche se va notato come stiano iniziando a nascere ETF che puntano a “battere il benchmark”, snaturando il senso dello strumento finanziario. Ma probabilmente l’appeal che dà in termini di marketing la sfida del benchmark è impagabile.
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