L’economia Europea rallenta. E fin qua nulla di nuovo. Ma il dato che fa riflettere è che secondo alcuni dati citati dall’Economist, la frenata deriverebbe sì dal rallentamento delle economie dei paesi che ricevono le maggiori esportazioni dall’area-euro (USA e Gran Bretagna), ma ci sarebbe anche una forte componente di rallentamento della domanda interna.
E in effetti non si può negare che tutti i consumatori (anche fuori dall’Italia, che è per molti versi un caso a parte) siano decisamente “sul chi vive” perché hanno dubbi più o meno espliciti su quello che li aspetta per il futuro prossimo. E’ vero che, per certi versi, la “tensione” dei consumatori europei può apparire eccessiva, dato che a livello europeo oggi si ha il minimo storico di disoccupazione, e che facendo i consumatori europei meno ricorso ai prestiti che i consumatori USA o inglesi, rischiano molto meno dalle difficoltà delle banche conseguenti alla “crisi dei mutui subprime”. Però non sono dati che bastano da soli a tranquillizzare.
In ogni caso, però, questa situazione non aiuta certo quel “passaggio del testimone” tra l’economia USA e quella UE, auspicato da molti, che vorrebbero un’economia mondiale meno USA-dipendente, complicando lo scenario a livello mondiale come conseguenza alle difficoltà che sta affrontando l’economia USA.
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