Il prezzo del petrolio che ha raggiunto la soglia dei 100$ sta mettendo in allarme un po’ tutti. Un allarme sicuramente giustificato per gli USA, a mio parere un po’ meno per l’Europa. Infatti, il prezzo del petrolio, come avevamo avuto modo di sottolineare anche in passato, ha raggiunto questi valori anche a causa della crescente debolezza del dollaro.
Il grafico del prezzo del greggio fa sicuramente “paura”, ma ha diverse similitudini con quello del cambio Euro/Dollaro:
E infatti se si calcola il prezzo del petrolio in Euro, il grafico fa molto meno paura: dimostra un chiaro trend crescente, ma decisamente non un’esplosione.
Partendo da questo presupposto, mi lasciano un po’ perplesso le dichiarazioni del commissario Alumnia, che tramite il suo ufficio ha detto che “se i prezzi del greggio restassero agli attuali livelli record ci sarà un impatto sull’economia“. Indubbiamente, è vero che (anche i Euro), il petrolio ha oggi prezzi record. Purtroppo, però, non si può dire che questi siano anomali né tanto meno inattesi: infatti è noto che il consumo di petrolio è crescente (per la sempre maggiore industrializzazione di paesi come Cina ed India, che da soli costituiscono il 35% della popolazione mondiale), mentre le disponibilità di petrolio sono fisse (e, secondo alcuni esperti, decrescenti fra qualche anno): se nelle previsioni economiche non si tiene conto di questo importante fattore, ogni previsione è priva di significato.
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