A volte, mi viene l’impressione che alcune associazioni di consumatori facciano dei proclami che sanno più di ricerca di visibilità che di attenzione reale ai problemi dei cittadini. Non tutte, e non sempre, per carità, perdonatemi se qui sembra che faccia di tutta l’erba un fascio, ma non mi va neppure di fare un elenco di presunti “cattivi” basato su una sensazione.
Comunque, su Corriere.it il 29 dicembre c’era un articolo che sollevava alcuni dubbi sulle modalità di finanziamento delle associazioni. Se seguite il link, probabilmente arriverete ad un qualcosa tipo “Errore: la pagina che cercate non è stata trovata“. Siccome il tema mi pare importante, mi pare utile sintetizzarlo, dato che (per problemi tecnici, voglio pensare) non è più reperibile l’articolo originale.
In pratica il problema sarebbe che le associazioni ricevono fondi pubblici in base al numero degli associati: negli ultimi 5 anni le associazioni hanno ricevuto 47 milioni di Euro (in parte proveniente anche dalle multe dell’Antitrust: e questo, a pensar male, può contribuire alla forza con cui talvolta vengono invocate multe).
Bene, l’aspetto “oscuro”, è che a quanto pare non ci sarebbe alcun controllo sul reale numero di associati. E quindi viene il sospetto, sempre a pensare male, che alcune “uscite” possano effettivamente servire a compensare il fatto che, magari, gli associati sono meno di quelli “ufficiali”.
Andando sui numeri, non so dire se il numero di associati appaia “gonfiato” o meno, per cui vi riporto i numeri e ognuno faccia le sue considerazioni. In totale, le associazioni riconosciute hanno tutte insieme circa 880.000 soci. In altre parole, circa 1 adulto ogni 35 dovrebbe essere socio di un’associazione di consumatori.
In ogni caso, mi sembra un tema che vada un po’ chiarito (non per forza scovando scheletri nell’armadio, magari anche liberando il campo da dubbi), per cui rimango in cerca di informazioni e dati ulteriori.
Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]
Più di uno.
Fra i quali la triste realtà che, come i sindacati, anche le associazioni dei consumatori sono fortemente politicizzate e, dunque, non di rado, finiscono per intervenire solo quando il consumatore coinvolto è stato danneggiato da un loro avversario politico.
Più di uno.
Fra i quali la triste realtà che, come i sindacati, anche le associazioni dei consumatori sono fortemente politicizzate e, dunque, non di rado, finiscono per intervenire solo quando il consumatore coinvolto è stato danneggiato da un loro avversario politico.