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Volatilità dell'economia: condizione strutturale?

In questi ultimi periodi, stiamo assistendo ad un aumento della volatilità dei mercati, con uno scenario che non coincide con i tipici sintomi di una crisi economica (ad esempio, l’inflazione in aumento, mentre nelle fasi di difficoltà economica ci si aspetta una sua diminuzione).


Vorrei proporvi una mia ulteriore chiave di lettura per questa situazione, andando a vedere l’andamento delle masse monetarie, cioè della “quantità di moneta” presente sui mercati.
(per chi volesse qualche informazione in più su cosa sono gli aggregati monetari, può leggere questo post di qualche tempo fa).
In estrema sintesi (con qualche incompletezza, per brevità):

  • M0: moneta fisica
  • M1: M0 + depositi a vista (conti correnti)
  • M2: M1 + depositi di risparmio a breve termine
  • M3: M2 + i pronti contro termine, quote e partecipazioni in fondi comuni monetari, titoli di debito con scadenza fino a due anni

L’aspetto interessante è che tra i vari aggregati monetari è presente un certo effetto leva: ad esempio, se deposito 1.000 Euro in banca, la banca può prestare 1.000 Euro in contanti a qualcuno che li chiede, con il risultato che la quantità di moneta raddoppia (non funziona proprio così, ma è giusto per rendere l’idea). Aggiungendo a questo effetto un continuo sviluppo di strumenti ingegneria finanziaria, non deve sorprendere che gli aggregati monetari secondari siano “esplosi” negli ultimi anni (come potete vedere dal grafico sottostante tratto da Wikipedia), tanto che la FED ha addirittura rinunciato a misurare M3 dopo il 2005.

Un corollario dell’effetto leva è che sì aumenta i possibili guadagni e le attività, ma aumenta anche le possibili perdite e le passività: quindi se si scoprisse che parte delle fondamenta sui cui poggiano attività “multiple”, è ovvio che le conseguenze possano essere estremamente dannose. E in realtà, quello che sta succedendo in questi mesi è che il mercato sta cercando di capire quanto sono solide le sue fondamenta, in altre parole se il problema dei mutui subprime può essere riassorbito in modo semplice o se ha creato delle crepe che possono fare crollare qualcosa: e queste oscillazioni “di umore” sono sempre più amplificate anche dagli aggregati monetari “esplosi” negli ultimi anni, che hanno un duplice effetto: da un lato possono amplificare gli effetti di una eventuale crisi, dall’altro possono (permettetemi il gioco di parole) amplificare l’effetto di questi effetti sui mercati di borsa, in quanto influenzano la disponibilità di denaro che può essere investita.

Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]

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5 commenti

  • Onestamente sentire ancora la storia che se io deposito 1000 lire la Banca, le da all’imprenditore, per cui la banca su quei soldi guadagna “solo il 6/7%”, mentre a me riconosce l’!% che viene assorbito dalle spese. Quindi la Banca guadagna 7%- 1%, che sarebbe già molto, ma rischia , ha le spese e bla, bla.

    Balle, la Banca, sulla base di quella cifra, mettiamo 100 mila euro di deposito, crea fra i 10 e i 20 prestiti da 100 euro l’uno, crea moneta per mille o duemila euro. Se investe nei paradisi fiscali, come puntualmente fa, arriva al doppio. Pensateci : il danaro è tutto a circolazione virtuale, nessuno ritira contante il depositato, anzi più spesso si va per assegni e carte, i debitori ,mai realizzano di colpo i loro fidi. Ma i debitori pagano gli interessi con soldi veri. Insomma si calcola che la Banca da quello che depositate guadagna fino al 48%, e vi riconosce l1% su cui pagate le tasse e le spese e il lucro per valuta..erodendo vieppiù il capitale.

    Ci dovremmo un tantino svegliare

    maristaurru.altervista.org

  • Onestamente sentire ancora la storia che se io deposito 1000 lire la Banca, le da all’imprenditore, per cui la banca su quei soldi guadagna “solo il 6/7%”, mentre a me riconosce l’!% che viene assorbito dalle spese. Quindi la Banca guadagna 7%- 1%, che sarebbe già molto, ma rischia , ha le spese e bla, bla.

    Balle, la Banca, sulla base di quella cifra, mettiamo 100 mila euro di deposito, crea fra i 10 e i 20 prestiti da 100 euro l’uno, crea moneta per mille o duemila euro. Se investe nei paradisi fiscali, come puntualmente fa, arriva al doppio. Pensateci : il danaro è tutto a circolazione virtuale, nessuno ritira contante il depositato, anzi più spesso si va per assegni e carte, i debitori ,mai realizzano di colpo i loro fidi. Ma i debitori pagano gli interessi con soldi veri. Insomma si calcola che la Banca da quello che depositate guadagna fino al 48%, e vi riconosce l1% su cui pagate le tasse e le spese e il lucro per valuta..erodendo vieppiù il capitale.

    Ci dovremmo un tantino svegliare

    maristaurru.altervista.org

  • Hai ragione: come ho scritto nel post, ho tralasciato questo aspetto perché mi interessava chiarire l’idea che ci sono dei moltiplicatori, senza soffermarmi sulla loro dimensione (che è un discorso importante, ma mi avrebbe portato fuori…)

  • Hai ragione: come ho scritto nel post, ho tralasciato questo aspetto perché mi interessava chiarire l’idea che ci sono dei moltiplicatori, senza soffermarmi sulla loro dimensione (che è un discorso importante, ma mi avrebbe portato fuori…)