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Quando si compra?

Un paio di giorni fa, un mio amico (in questo post ne cambierò il nome in Enrico, per rispetto della privacy) mi ha mandato un messaggio in cui sosteneva che secondo lui bisognava correre a comperare azioni Alitalia, dato che “più di così non possono scendere“.


Premesso spero che Enrico non abbia comprato niente, dato che nei giorni dopo il suo SMS Alitalia ha perso un buon 7-8%, è uno spunto per una piccola riflessione sul “quando è il momento di comprare“.

Infatti, uno dei più grandi errori che si possono fare è proprio nella valutazione del momento in cui comprare (azioni, obbligazioni, fondi, patate, mandarini… quel che volete, insomma). Ovviamente, l’acquisto uno vorrebbe farlo quando ciò che vuole comprare è “conveniente”. Ma altrettanto ovviamente, il prezzo è soltanto uno dei fattori che vanno considerati. Non è però l’unico. Nel caso di un’investimento, quello che conta di più sono sicuramente le prospettive di crescita, cioè se posso avere un aumento del valore del mio investimento (tra l’altro adeguato al rischio).

Il è abbastanza intuitivo soprattutto se si considerano le azioni per quello che sono, cioè la “proprietà dell’azienda”. Davvero qualcuno di voi, se gli vendessero un’azienda che è sull’orlo del fallimento, la comprerebbe di corsa perché “l’azienda ha già perso un sacco di soldi”? (ancor più assumendo che non è possibile influenzarne la gestione, dato che un piccolo azionista ha ben poco potere nei confronti del management).

Il discorso corretto al limite potrebbe essere “Guarda, c’è questa azienda che adesso è un po’ in difficoltà, ma abbiamo questa e quest’altra idea, per cui guadagnerà un sacco di soldi in futuro. Vuoi comprarla?“. E credo che a pensarci un minimo ci si rende conto che la parte importante del discorso non è “adesso è un po’ in difficoltà“, ma piuttosto “guadagnerà un sacco di soldi“.

Un ulteriore aspetto da non trascurare, ma che più di qualcuno ogni tanto dimentica, è che quello che conta è sempre e comunque la variazione percentuale di prezzo, dato che è quella che esprime il mio potenziale guadagno o perdita. Se un’azione che ieri valeva 100 perde valore e oggi vale 10, i miei conti li devo fare con il prezzo di oggi. E se compro ed il prezzo domani arriva a 9, ho perso il 10%, sicuramente non l’1% che qualcuno potrebbe considerare confrontando a 100, prezzo di ieri. Ripeto: è un concetto abbastanza banale, ma credo sia opportuno ricordarlo, dato che molto più spesso di quello che ci si aspetterebbe succede che qualcuno faccia i conti utilizzando come riferimento valori in realtà totalmente arbitrari.

Banche e Risparmio [http://www.banknosie.com]

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4 commenti

  • Buongiorno,
    il mio commento si collega a questo post ed a quello che ha scritto il 10 agosto 2007 che ha per oggetto il dividendo arancio.
    Una premessa obbligatoria, sono assolutamente un neofita con una capacità d’investimento veramente modesta.
    Ora, ho letto che ha disinvestito un 10% del suo dividendo arancio; per contro io il 03/09/2007 l’ho incrementanto del 10%.
    Il mio ragionamento è stato il seguente: acquisto quando è conveniente, con la “sicurezza” che il prodotto si riprenda dalla legnata nel lungo periodo (il mio orizzonte d’investimento).
    Oramai l’ho fatta; volevo avere il suo autorevole parere su questa mia “speculazione”.

    http://www.gravicius.blogspot.com

  • Buongiorno,
    il mio commento si collega a questo post ed a quello che ha scritto il 10 agosto 2007 che ha per oggetto il dividendo arancio.
    Una premessa obbligatoria, sono assolutamente un neofita con una capacità d’investimento veramente modesta.
    Ora, ho letto che ha disinvestito un 10% del suo dividendo arancio; per contro io il 03/09/2007 l’ho incrementanto del 10%.
    Il mio ragionamento è stato il seguente: acquisto quando è conveniente, con la “sicurezza” che il prodotto si riprenda dalla legnata nel lungo periodo (il mio orizzonte d’investimento).
    Oramai l’ho fatta; volevo avere il suo autorevole parere su questa mia “speculazione”.

    http://www.gravicius.blogspot.com