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Come perdere in borsa

Ok, voi vorreste che io vi parlassi di come investire al meglio, guadagnare soldi, diventare ricchi. Ma perdere soldi è molto più facile (almeno, a me viene meglio…), quindi credo sia opportuno parlarne un po’… se non altro, come promemoria per me.


Allora, in teoria, guadagnare in borsa è facile, no? Basta comprare quando raggiunge il minimo, prima il prezzo che inizi a salire, e vendere quando raggiunge il massimo, prima che inizi a scendere. Facilissimo. Se non ci fosse un piccolo problema: nessuno prevede il futuro.

Ma soprattutto, scattano spesso dei meccanismi psicologici: panico, pessimismo quando le quotazioni scendono, euforia e avidità quando salgono. Davvero voi mettereste i vostri soldi a cuor leggere su qualcosa che sta perdendo valore? E non sareste tentati di investire sempre di più su qualcosa che invece sta acquistando valore? In altre parole, la natura umana spingerebbe a vendere al minimo e comprare al massimo, che però vuol dire fare il contrario di quello che si dovrebbe per guadagnare. Se non si sta attenti, in questo modo ci si possono rimettere un sacco di soldi. E neppure con grosse oscillazioni: supponiamo, ad esempio, di avere 100 azioni di un titolo che vale 50 (quindi 100 × 50 = 5.000) . Siccome sale a 60, ci lasciamo prendere dall’entusiasmo e ne compriamo altre 100 (100 × 60 = 6.000). In totale abbiamo 200 azioni per un valore di 11.000. A questo punto la quotazione scende a 55: ci convinciamo che quello a 60 è stato una massimo “momentaneo”, anomalo se volete, e temiamo che la caduta di valore continui: cos’altro possiamo fare se non vendere? Bene, allora vendiamo 200 azioni a 55, e incassiamo 11000. Quanto abbiamo guadagnato? Nulla, dato che è esattamente la cifra che avevamo speso per acquistare. Possiamo dire che ci è andata bene, perché non abbiamo perso niente; oppure, possiamo riflettere sul fatto che se vendevamo i 100 che avevamo quando la quotazione era a 60, avremmo guadagnato 1.000; ma anche che se tenevamo le azioni iniziali e le vendevamo quando il valore era sceso a 55, avremmo guadagnato 500.

So quello che pensate: a me non capitano di queste cose, e non mi capiteranno mai. Era quello che dicevo anch’io prima di accorgermi di combinare di continuo cose del genere.

Come si possono evitare errori così grossolani? A mio parere, è importante avere una strategia, che dovrebbe essere valutata in modo più oggettivo possibile, e con questo intendo dire che da un lato bisogna valutarne punti di forza e debolezza, in relazione agli obiettivi che si hanno, e dall’altro bisogna collaudarla: questo si può (e a mio parere deve) fare simulandone l’applicazione sui dati passati, ma anche applicarla virtualmente (cioè prendere carta e penna, o un computer e vedere cosa farebbe la nostra strategia) per un periodo di tempo adeguato. E poi, una volta deciso che per noi va bene, bisogna imporsi di seguirla! Altrimenti si rischia di fare grossi danni.

L’altro aspetto collegato è quello di diversificare i propri investimenti. Questo da un lato perché la diversificazione riduce il rischio, ma anche perché in questo modo è più facile ragionare a mente lucida su quello che sta avvenendo: infatti, se le oscillazioni coinvolgono contemporaneamente tutti i nostri soldi diventa difficile non lasciarsi coinvolgere da aspetti emotivi. Se invece diversifichiamo gli investimenti, di solito almeno in parte vi è una certa discordanza degli andamenti (alcuni guadagnano di più, altri meno, anche se – magari! – nessuno è in perdita), utilissima per evitarci eccessi di entusiasmo o di panico.

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