Spettacolo

La galleria dei falsi fotografici d’epoca

La tecnica del ritocco fotografico, si sa, è nata ben prima dell’arrivo dell’era digitale e di programmi come Photoshop e compagni. Fin dalla prima comparsa del dagherrotipo di monsieur Daguerre – nel 1839 – i fotografi analogici, o «vecchia maniera«, si sono dilettati a modificare in qualche modo le immagini ritratte, per cancellare imperfezioni, abbellire il soggetto fotografato o semplicemente per questioni stilistiche. L’avvento della fotografia digitale ha semplicemente reso la pratica più semplice e alla portata di tutti, al punto che oggigiorno chiunque � con un po’ di buona volontà e con pochi, semplici strumenti � è in grado di creare un fotomontaggio che difficilmente sarebbe riconosciuto come tale. La storia del falso fotografico, però, ha origini più lontane, ed è interessante sapere che già i primi fotografi – professionisti e non – si divertivano a spacciare per vere delle immagini fasulle. Sono numerose le contraffazioni passate addirittura alla storia come documenti unici a testimonianza di persone famose o eventi e fatti celebri, che poi si sono invece rivelati per quello che erano: falsi celebri, appunto.
MUSEO DELLE BEFFE – All’indirizzo internet del Museum of Hoaxes l’americano Alex Boese – esperto conoscitore (e autore) di falsi fotografici ha pubblicato un’interessante rassegna di questo genere di immagini – ordinate cronologicamente, dalla guerra civile americana a oggi – accompagnate dalla propria storia e in alcuni casi affiancate all’immagine vera, ossia quella che è servita da «spunto» per la creazione dell’ hoax, o burla che dir si voglia.
IL PRESIDENTE LINCOLN – Uno dei primi e più celebri hoax della storia riguarda nientemeno che Abraham Lincoln: per decenni il ritratto in questione ha fatto bella mostra di sé all’interno di aule scolastiche o edifici pubblici, ma in realtà il 16esimo presidente degli Stati Uniti non ha mai posato per quella foto. Boese ci spiega infatti che l’immagine è stata creata sovrapponendo la testa di Lincoln a quella di John Calhoun (uomo politico americano, membro del Partito Democratico-Repubblicano) ritratto a figura intera. A quanto pare, il ricorso al fotomontaggio si era reso necessario poiché non esisteva una foto in cui il presidente fosse ritratto nel giusto “atteggiamento eroico”, come si conveniva a un uomo del suo calibro, mentre l’immagine di Calhoun aveva proprio le caratteristiche adatte al caso.
IL PICCOLO ADOLF � Saltando da Lincoln al 1900 troviamo, tra le altre, quella che a lungo è stata creduta la foto di Adolf Hitler bambino , comparsa di frequente sui quotidiani di tutto il mondo negli anni ’30. A svelare la burla è stata tale Harriet Downs, del Connecticut, che vedendo per la prima volta l’immagine su una rivista ha riconosciuto suo figlio nelle fattezze del presunto “baby Adolf”. La foto originale del piccolo Downs era stata modificata e quindi spacciata per quella del dittatore tedesco, ma non ci è dato sapere chi fu l’autore dello scherzo né come fosse entrato in possesso della foto originale dell’innocente pupetto.
BIGFOOT � Tra le pagine del Museum of Hoaxes non mancano nemmeno le immagini di quelli che sono di sicuro i misteri e le leggende più popolari della nostra cultura: dalla famosa immagine in cui è visibile la testa del mostro di Loch Ness affiorare dalle acque del lago scozzese, fino a uno dei tanti scatti in cui è ritratto Bigfoot , il misterioso abitante di montagne e foreste del Nord America. A tutti queste immagini e a molte altre Boese trova una giustificazione storica, una paternità “plausibile” che scioglie il mistero e ci svela finalmente la pura realtà dei fatti, smascherando la burla.


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