LONDRA – Come si fa a esporre i propri quadri al Moma e al Metropolitan Museum di New York? Facile: basta entrare e appenderli. Nessuno se ne accorgerà. Garantisce Bansky, pseudonimo di un graffitaro inglese tra i più celebri che si è autoinvitato nei quattro più prestigiosi museo newyorkesi (oltre al Moma e al “Met”, anche il museo di Brooklyn e quello di Scienze Naturali), attaccando al muro con un adesivo le sue opere in mezzo a quadri famosi, completamente ignorato da inservienti e guardiani. Bansky, la cui vera identità è segreta, ha comunicato le sue imprese via email al New York Times. E’ diventato famoso grazie ai suoi «philosophical stencils», murales che si scagliano contro la guerra, le barriere sociali e i pregiudizi.
Nel suo blitz, l’artista non ha osato colpire un altro dei templi dell’arte moderna di New York: il Guggenheim. Intimidito, a suo dire, dalla vicinanza dei suoi capolavori preferiti. «Avrei dovuto apparire tra due Picasso – racconta – non sono abbastanza bravo per reggere il confronto». I blitz dell’artista londinese – tutti documentati sul suo sito, con tanto di filmato (guardalo) – hanno ovviamente preoccupato i responsabili dei quattro musei, perché nessuno ha visto Bansky attaccare le sue opere al muro (con dell’adesivo), nonostante le telecamere di sorveglianza e la presenza di addetti per impedire atti di vandalismo.
I quadri esposti sono tutti piuttosto ironici. Quello del Met, «You have beatiful eyes» (I tuoi occhi sono belli), può essere interpretato come una sorta di omaggio a Renè Magritte. È il ritratto di un donna, in costume settecentesco, con il viso coperto da una maschera a gas, un fatto che mette effettivamente in risalto i suoi occhi. Secondo la portavoce del Museo, Elyse Topalian, il quadro sarebbe stato appeso il 13 marzo, nell’ala dedicata all’arte americana del gigantesco museo sulla Quinta Strada, lungo Central Park. L’opera esposta al Moma, un omaggio a Andy Warhol (un barattolo contenente una zuppa di pomodoro) è stata ritrovata, pochi giorni dopo, il 17 marzo, in uno degli ascensori del museo appena riaperto e ampliato. Pochi i dettagli sugli altri due quadri: quello del museo di storia naturale è una sorta di collage: ad un vero scarafaggio sono stati aggiunti due ali di un cacciabombardiere con quattro missili in miniatura. Su una foto pubblicata sul sito web dell’artista, si vede il mini quadro accanto a un tapiro imbalsamato. Il dipinto di Brooklyn, infine, rappresenta il generale Lafayette (o qualcuno che gli assomiglia molto), con in mano una bomboletta spray, con la quale ha appena imbrattato un muro con slogan pacifisti.
26 marzo 2005
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2005/03_Marzo/25/bansky.shtml