Il caffé è più buono se viene realizzato con chicchi di caffé mangiati e poi defecati da una particolare specie di gatto selvaggio. E’ quanto ha scoperto uno studioso canadese. Incuriosito dalla particolare prelibatezza e dal prezzo stratosferico di questo tipo di caffé etiope, si è recato in Etiopia per fare chiarezza sul come viene preparata la miscela. Ed ecco la sorpresa: la digestione di questo particolare gatto migliora il chicco.
Massimo Marcone, studioso di origine italiana, è rimasto sconcertato dal prezzo strabiliante di questo caffé, oltre 1000 euro il chilo, e ha così deciso di indagare sul perché fosse così buono e caro: ha fatto i bagagli ed è partito alla volta dell’Etiopia. Qui gli hanno spiegato il processo con cui il chicco subisce quella trasformazione che lo rende così particolare: viene fatto mangiare dal gatto che poi lo defeca. A questo punto viene lavorato dai produttori di caffé.
Il gatto selvatico, che ha il compito di defecare il chicco, produce infatti durante il processo digestivo una particolare proteina che rende il chicco meno amaro. Marcone ha infine sottolineato che questo tipo di trattamento non ha nessun rischio per la salute, ma soltanto il merito di rendere il caffé più buono. Peccato però che sia inaccessibile ai più: basti pensare che una tazzina al bar costa oltre 30 euro.
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