Hubert Blackman era in vacanza a Las Vegas, quando ha avuto voglia di qualcosa di piccante. Ma non da mangiare. Ha quindi contattato un’agenzia di “servizi personali”, che ha fatto arrivare nel suo albergo una spogliarellista, che si è esibita in un balletto per 155 dollari e poi, per altri 120 dollari, ha fatto sesso con lui.
Il mattino dopo, però, ha richiamato l’agenzia per lamentare che non era rimasto soddisfatto dalla nottata: secondo lui, infatti, la ragazza era stata con lui solo mezz’ora, anziché l’ora concordata.
Sentitosi rifiutare qualunque rimborso dall’agenzia, Blackman ha avuto l’idea geniale: chiamare la polizia. Gli agenti hanno ascoltato con attenzione il racconto dell’uomo, ma la telefonata non si è conclusa come questo sperava: infatti, l’agente gli ha ricordato che la prostituzione a Las Vegas è illegale, e ha minacciato di arrestarlo.
Pensate che Blackman se la sia messa via, considerandosi fortunato perché l’agente ha chiuso un occhio? Neanche per sogno. Tornato a casa a New York, la prima cosa che Blackman ha fatto è stato andare dal suo avvocato, per intentare causa all’agenzia, chiedendo la restituzione dei 275 dollari e altri 1,8 milioni di dollari di danni: secondo lui, infatti, il rischio di essere arrestato (di cui lui incolpa l’agenzia) gli ha causato un danno psicologico.
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