Sembrano essere state esaudite le preghiere per la pioggia che il premier australiano John Howard aveva chiesto giorni fa ai propri connazionali per combattere una delle più gravi siccità degli ultimi 100 anni. Nonostante le piogge siano le più abbondanti da sette anni, che fanno ben sperare per un buon raccolto invernale, a soffrire per la mancanza d’acqua sono ancora i fiumi, scesi abbondantemente sotto il livello di guardia.
Negli ultimi due giorni la pioggia è caduta abbondante, fino a 70 mm in certe zone. Un vero e proprio nubifragio che non mette fine all’emergenza. La crisi riguarda soprattutto i fiumi e i bacini idrici. I meteorologi australiani avvertono che la pioggia che è caduta su vaste aree, pur di grande beneficio agli agricoltori, non è ancora sufficiente a migliorare il flusso dei grandi fiumi in crisi come il Murray e il Darling, e i livelli delle maggiori dighe.
L’allarme era stato lanciato dallo stesso premier Howard lo scorso mese. Il premier aveva avvertito i contadini lungo il bacino dei due grandi fiumi, che copre un area grande quanto Francia e Spagna, e da cui dipende il 41% dell agricoltura del Paese, che non potranno più ricevere acqua per l’irrigazione senza un maggiore flusso idrico. Se sarà ancora emergenza, a rischiare saranno i raccolti di uva, di frutta e per l’industria casearia.
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