Un rigore considerato inesistente, sei cartellini gialli, nove minuti di recupero al termine del primo tempo e un altro penalty concesso nell’extra-time. Davvero troppo per il St.George, impegnato nella Champions League africana contro i campioni ghanesi dell’Heart of Oak. Così, quando l’arbitro ha assegnato agli avversari il secondo rigore, gli etiopi si sono tolti le maglie e hanno lasciato il campo per protesta.
Eliminare i campioni in carica era un sogno che per il St.George poteva diventare realtà. Vincitrice a sorpresa per 4-0 nella sfida d’andata, la squadra etiope pensava di avere ormai la qualificazione in mano. E, invece, le cose sono andate diversamente. Dopo la prima mezzora di gioco del match di ritorno, la “cenerentola” africana si è ritrovata sotto di due gol, con sei giocatori ammoniti, alcuni dei quali per proteste dopo un rigore fischiato dall’arbitro del Benin Crestin Aguidissou e giudicato inesistente dai calciatori etiopi.
Ma non è tutto. I nove minuti di recupero concessi dal direttore di gare al termine dei primi 45′ di gioco devono essere “suonati” al St.George come un incontrovertibile indizio di “complotto” e la goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata poco dopo, quando, poprio durante l’extra-time, l’arbitro ha concesso un altro penalty all’Hearts of Oak. Decisione che ha spinto il St.George a dire basta: maglie gettate sul terreno di gioco e campo abbandonato in segno di protesta. Constatato il rifiuto di tornare in campo, il signor Aguidissou ha fischiato la fine della partita. Ora ai ghanesi verrà data partita vinta, mentre il St. George verrà escluso dalla competizione.
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