Un analisi di 300 hard disk usati, venduti online e a fiere dell’usato ha mostrato che il 34% conteneva dati riservati facilmente recuperabili. È il risultato di una ricerca condotta da British Telecom e l’Università di Glamorgan in Gran Bretagna, USA, Germania, Francia e Australia, che ha utilizzato applicazioni standard per verificare la presenza di dati. Prof Blyth, uno degli esperti che ha partecipato alla ricerca ha infatti dichiarato che il recupero di questi dati “è qualcosa che può fare un quattordicenne in una giornata”.
Oltre a un gran numero di dati personali, sono emersi dati di una trattativa di una transazione da 50 miliardi di dollari, e dettagli del test e delle procedure di lancio per missili THAAD (Terminal High Altitude Area Defence), un sistema missilistico testato nel marzo scorso dopo i lanci sperimentali della Corea del Nord. Non solo, nello stesso disco si trovavano planimetrie delle struttre dove questi missili sono stati progettati, e informazioni personali sui dipendenti.
Secondo i ricercatori, si tratta della prova che anche ad alto livello viene sottovalutata la necessità di utilizzare procedure di cancellazione approfondita prima di disfarsi di un hard disk, cosa peraltro obbligatoria per legge secondo le normative sulla privacy e la sicurezza informatica.
Lockheed Martin, che ha progettato e realizzato i missili THAAD, ha dichiarato di non avere ricevuto alcuna segnalazione diretta in merito ad una possibile fuga di dati, e quindi di non poter commentare la notizia.
Non so come segnalarvi una notizia: infilo qua
http://www.repubblica.it/2009/05/motori/maggio2-09/soldi-cabrio-volano/soldi-cabrio-volano.html
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