La speranza era quella che l’intensa pressione sull’offerta di acciaio potesse alleggerirsi con il passare dei giorni, invece la situazione pare essere decisamente più complicata rispetto a quello che si potrebbe pensare. Anzi, sembra che lo scenario stia progressivamente peggiorando.
Non solo, dal momento che la preoccupazione collegata alla mancanza delle materie prime, che prima era questione esclusivamente legata ai vari operatori industriali, nel corso delle ultime settimana ha cominciato ad affacciarsi pure sui clienti finali.
Il Governo, in ogni caso, ha dimostrato di esser ben presente e di non voler certamente rimanere passivo di fronte a una situazione del genere, come è stato ben messo in evidenza nel corso di una recente risposta a un’interrogazione, data dal viceministro dello Sviluppo Economico, ovvero Gilberto Pichetto Fratin.
Quali sono i pericoli per il Superbonus 110%
L’interrogazione in Parlamento verteva sul fatto che, stando a quanto riportato da una recente indagine che è stata portata a termine da parte del centro studi della CNA, è stato individuato un incremento, senza alcuna base logica e accettabile, riguardanti i prezzi dei materiali, ma anche delle materie prime, così come di tutte quelle strumentazioni che vengono impiegate nel settore dell’edilizia.
I rincari sono compresi dal 15% fino al 70%
Scendendo un po’ più nei particolari, si è potuto notare come il prezzo dell’acciaio ha subito un aumento pari al 130%, tra il mese di novembre 2020 e lo scorso febbraio. Il prezzo dei metalli, invece, ha subito un incremento pari al 20,8%. I materiali isolanti, dal canto loro, hanno fatto rilevare un balzo verso l’alto pari al 16%. I materiali per gli impianti hanno fatto registrare, invece, un aumento del 14,6%, mentre il legno ha subito un rialzo che ha superato il 14%.
Lo scenario si può tranquillamente comparare a quello che caratterizza i prezzi delle malte e dei collanti, che hanno fatto registrare un aumento pari al 9,4%, mentre i laterizi e ponteggi hanno fatto rilevare un incremento superiore all’11%, con un prezzo al metro quadro che è balzato da 15 euro fino a 24 euro al mq.
Tutti questi aumenti di prezzi, di conseguenza, potrebbero davvero dare un bel fastidio al Superbonus. In questo momento, la mossa del Governo, il cui intervento è stato richiesto da più parti, legata a tale incentivo, stava dando degli ottimi risultati dal punto di vista economico e occupazionale. Infatti, nel corso dell’ultimo bimestre è stato rilevato un aumento dei vari interventi di ristrutturazione pari al 376%.
È abbastanza facile intuire come l’incremento dei prezzi porta inevitabilmente a una diminuzione particolarmente intensa della marginalità in riferimento alle imprese. Infatti, queste ultime non hanno la possibilità di adeguare lo sviluppo dei costi al controvalore dei contratti che sono già stati stipulati. Infatti, le spese devono ricevere evidentemente una giustificazione in relazione all’elenco dei prezzi ufficiali della Regione.
Cosa farà il Governo
È stato lo stesso viceministro Fratin a svelare come, a settembre dello scorso anno, la Commissione Europea aveva tolto i veli al “Piano d’azione sulle materie prime critiche”, in cui figurava un elenco delle materie più in difficoltà.
Lo scopo di tale lista è senz’altro quello di fare un passo in avanti dal punto di vista delle dinamiche del commercio a livello internazionale, combattendo contro le difficoltà e le distorsioni che si riferiscono agli scambi per quanto riguarda la tutela degli approvvigionamenti. L’Alleanza per le materie prime, che è stata introdotta nel corso dello stesso mese di settembre 2020, prevede che gli Stati membri si riuniscano di frequente per cercare di sviluppare delle strategie che possano favorire e stimolare il più possibile l’economia circolare, incrementando il numero di fornitori e mettendo in atto tante altre strategie utili.