Lavoro

Ingegnere di nome Saddam Hussein non trova lavoro a causa del nome

continui rifiuti

Il nome può essere una disgrazia a volte: lo sa bene lo sfortunato ingegnere indiano Saddam Hussain, che proprio a causa del nome non riuscirebbe a trovare nessun lavoro, per quanto abbia un curriculum di studi più che brillante.


Quando, venticinque anni fa, il nonno di Saddam ha scelto il suo nome, non immaginava certo le difficoltà che avrebbe poi causato al nipote appena nato: del resto “Saddam” è un nome piuttosto comune tra gli indiani musulmani, e anche Hussain è un cognome decisamente diffuso.

Saddam: una sfortunata omonimia

Ma l’accostamento, oggi inevitabile, all’ex dittatore iracheno quasi omonimo (il cognome è leggermente diverso: Hussein invece che Hussain) sta complicando non poco la vita a Saddam, che nonostante si sia laureato con il secondo voto più alto del suo corso di laurea nel 2014, non ha ancora trovato lavoro, nonostante decine di colloqui con aziende e multinazionali.

Sei mesi dopo la laurea, Saddam era sconcertato: mentre mentre molti suoi compagni, anche laureatisi con voti molto più bassi, avevano trovato un lavoro, lui era ancora disoccupato. Il giovane ha quindi deciso di contattare gli uffici del personale di alcune aziende dove aveva sostenuto dei colloqui di lavoro, che peraltro sembravano essere andati bene. Molti hanno ammesso che il problema era il nome. “La gente ha paura di assumermi” ha raccontato Saddam ai giornalisti.

Saddam Hussein

Saddam Hussein al tempo del processo

Il vero problema? Le possibili complicazioni nei viaggi

Il problema non sarebbe la paura del nome di Saddam in sé, ma il fatto che per un’azienda avere un dipendente che si chiama come l’ex dittatore iracheno può comportare diverse difficoltà operative, soprattutto se l’incarico prevede la necessità di viaggiare, imbarcandosi su aerei o attraversando confini.

Un esperto di selezione del personale spiega: “Se c’è da attraversare dei confini, non si può fare nulla dato che la polizia di frontiera ha procedure molto precise, e se c’è un ‘semaforo rosso’ devono fare dei controlli. Se il lavoro richiede frequenti viaggi all’estero, la persona si può trovare continuamente bloccata alle frontiere”, con costi per l’azienda.

Indubbiamente, la situazione fa riflettere anche sui criteri che guidano la sicurezza alle frontiere: è incredibile se veramente ci si aspetta che terroristi o simili usino un nome così evidente per attraversare le frontiere o per salire su un aereo.

Il tentativo di cambiare nome: una cura peggiore del male

Nella speranza di trovare una soluzione, Saddam ha deciso di cambiare il proprio nome i Sajid, ma la cosa ha avuto conseguenze ancora peggiori: infatti, carta di identità, patente e passaporto ora riportano il suo nuovo nome, ma sui certificati scolastici rimane ancor  il nome Saddam, e la discordanza mette ancora più a disagio i selezionatori, che si trovano di fronte non solo qualcuno che si chiama Saddam, ma qualcuno che sta cercando di nascondere di chiamarsi Saddam.

Per risolvere il problema una volta per tutte, Saddam ha chiesto l’intervento di un tribunale per imporre all’università di aggiornare tutti i documenti con il suo nuovo nome: la prima udienza è fissata a maggio.

 

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