Mentre molte persone si lamentano di essere stressate al lavoro e di avere spesso troppe cose da fare, il francese Frederic Desnard ha fatto causa all’azienda dove lavora perché si annoia al lavoro, chiedendo 360.000 euro di danni.
L’uomo, che lavorava come dirigente in un’impresa che produce profumi, tra il 2010 e il 2014 avrebbe avuto così poche cose da fare da annoiarsi talmente tanto da sviluppare una forma di depressione perché “si vergognava ad essere pagato per non fare niente”, come ha spiegato ai giornalisti. La situazione gli avrebbe addirittura causato un attacco epilettico che lo ha costretto poi a casa per alcuni mesi, assenza che sarebbe stata poi usata dal datore di lavoro per lasciarlo definitivamente a casa.
Per quanto la scelta di parole (parlare di noia) sia piuttosto insolita, Desnard ha delle possibilità di avere successo, dato che potrebbe esserci stata una forma di mobbing ai danni dell’uomo, per ostracizzarlo e spingerlo a licenziarsi.
Sfortunatamente, la prima volta che Desnard ha tentato di portare le sue ragioni in tribunale, le sue prove erano molto scarse, tanto che è stato condannato a pagare 1.000 euro di danni all’ex-datore di lavoro come risarcimento per la diffamazione. Ora è tornato alla carica con le carte bollate, e assicura di avere preparato la causa molto meglio e di avere prove schiaccianti dei torti che ha subito.
L’azienda per cui lavorava però rimanda le accuse al mittente. “Se non aveva niente da fare, perché non lo ha mai detto in tutti questi anni?”, chiede un portavoce, aggiungendo soprattutto: “E se non faceva niente, perché l’azienda lo avrebbe tenuto?”.