Nonostante gli sviluppi che la tecnologia ha avuto in molti settori, la costruzione delle case utilizza sostanzialmente le stesse tecniche da moti decenni. Forse però ora le cose stanno cambiando con lo sviluppo di una tecnica di costruzione, messa a punto da un’azienda cinese, che sfrutta la stampa 3d per creare dei moduli da assemblare in loco in appena 3 ore. Il tutto, peraltro, con un costo al metro quadro sensibilmente inferiore ai metodi tradizionali.
Molto del risparmio è dovuto al particolare materiale sviluppato dall’azienda, Zhuoda, che secondo quanto dichiarato garantirebbe al contempo un’elevata resistenza e durata: non sono stati divulgati i dettagli del materiale, dato che l’azienda lo considera un segreto industriale, se non che è resistente al fuoco ed impermeabile, e che non contiene sostanze tossiche.
Anche il fatto di poter produrre i moduli in una fabbrica specializzata e dover fare solo l’assemblaggio sul luogo di edificazione permette una maggiore efficienza, dato che si possono sfruttare macchinari più efficienti (ma che non sarebbe possibile spostare in un normale cantiere) e anche economie di scala nella produzione.
Zhouda sottolinea anche i benefici ambientali del metodo di produzione da loro proposto: a loro parere infatti permette di evitare l’inquinamento che sarebbe associato ad un normale cantiere, oltre che ridurre sostanzialmente gli intralci al traffico legati alla costruzione, dato che questa avviene in poche ore anziché mesi.
Non si tratta del primo esperimento di costruzione di case con tecnologie di stampa 3D, ma in passato si trattava spesso di “dimostrazioni di fattibilità” più che vera e propria introduzione di tecnologie e metodi produttivi: in questo caso, complice anche il costo finale inferiore rispetto ai metodi tradizionali di costruzione, la casa stampata in 3d potrebbe avere finalmente successo sul mercato.