E’ noto che lo sbadiglio sia contagioso, anche se non si sa esattamente il perché: del resto non c’è sicurezza neppure di quale sia lo scopo dello sbadiglio, anche se sembrerebbe che serva a raffreddare il cervello. La “contagiosità” dello sbadiglio sarebbe invece un aspetto sociale, legato al coordinamento del gruppo e all’empatia.
Questa spiegazione concorda con il fatto che lo “sbadiglio sociale” era stato finora osservato solamente in un numero limitato di specie di mammiferi, caratterizzate da una struttura sociale complessa. Uno studio però ha rilevato la contagiosità dello sbadiglio anche in specie diverse dai mammiferi: i parrocchetti, i simpatici pappagallini nativi dell’Africa centrale e dell’India.
In un primo esperimento, gli uccelli erano messi in gabbie adiacenti, senza impedimenti visivi tra esse, ed è stata studiata la distribuzione temporale degli sbadigli dei pappagallini. In un secondo esperimento, invece, i parrocchetti sono stati sottoposti a stimoli visivi (cioè il video di un uccello della loro specie che sbadigliava).
In entrambi i casi è emersa una correlazione tale da indicare che lo sbadiglio è contagioso: si tratta della prima dimostrazione che riguarda una specie di animali non-mammiferi, anche se va detto che i parrocchetti sono animali sociali (libero vive in stormi che spesso superano le mille unità), quindi il risultato non smentisce la motivazione di “affiatamento del gruppo” della contagiosità dello sbadiglio.