Negli USA ci sono diverse decine di frecce giganti, in cemento, sparse per i deserti, lunghe alcune decine di metri. Questi insoliti manufatti hanno una storia curiosa. Le frecce infatti risalgono agli anni ‘20, ed erano un sostituto “low tech” del GPS.
Nel 1920 aveva aperto il primo servizio di posta aerea negli USA, e i piloti avevano difficoltà a orientarsi nel volo dal una costa all’altra. Normalmente usavano dei punti di riferimento del panorama, ma le condizioni meteo potevano renderli poco riconoscibili.
Per questo, nel 1923 il Congresso ordinò la costruzione i una rete di “fari” che aiutassero i piloti ad orientarsi anche nella pioggia o nell’oscurità: le frecce giganti, appunto.
Le frecce, distanziate di circa 10 miglia l’una dall’altra, erano illuminate da potenti luci a gas montate su torri, e erano visibili anche a 10 km di distanza. Spesso erano vicine anche a piste di atterraggio di emergenza, per i piloti che avessero dei problemi tecnici.
Il sistema ebbe molto successo, anche se di breve durata: nel giro di qualche anno, infatti, vennero inventati i radiofari e i riferimenti visivi come le frecce divennero superati. Le torri furono smontate durante la seconda guerra mondiale e i materiali recuperati per l’industria bellica.