Eugene Rakow è un uomo fortunato, molto fortunato. Rakow stava lavorando ad una pedana in legno quando si è sparato un chiodo da 5 centimetri nel petto, colpendo il cuore.
“Stavo appoggiato ad una tavola, con la sparachiodi in mano, piegata verso di me all’altezza del petto. Ad un certo punto è scattata, io avevo ancora il dito sul grilletto. Si è piantata nel mio petto”, racconta l’uomo.
Rakow racconta che (specie all’inizio) non faceva molto male, ma sapeva che le cose avevano preso una brutta piega sentendo che il chiodo “gorgogliava” e “scricchiolava”. Fortunatamente l’ambulanza è arrivata in breve tempo, e l’uomo è finito subito sotto i ferri.
Il dr. Louis, il cardiochirurgo che ha curato Rakow, racconta che l’uomo è stato molto fortunato: “Lo sterno ha impedito che il chiodo andasse più in profondità. […] Abbiamo tolto il chiodo con attenzione è poi sono bastati due punti per riparare la ferita al cuore”. Se il chiodo fosse entrato solo pochi millimetri più in profondità, o se si fosse piantato qualche millimetro più in là, colpendo l’arteria coronaria, Rakow sarebbe morto praticamente all’istante.