Economia e Finanza

Le strategie di investimento dei Fondi Sovrani

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Banca Monte dei Paschi ha condotto uno studio sulle strategie di investimento dei Fondi Sovrani (SWF, Sovereign Wealth Fund), che stanno crescendo di interesse anche per l’incremento degli asset  gestiti: il patrimonio di questi fondi è cresciuto da 2 a 5.1 trilioni di dollari negli ultimi 5 anni e gli analisti prevedono che potrebbe raggiungere i 10 trilioni nel 2015. Come ulteriore termine di confronto, basti citare il fatto che i 62 fondi analizzati da MPS hanno un patrimonio pari a 2,5 volte il PIL italiano.


I Fondi Sovrani sono dei fondi di investimento controllati da uno stato e capaci di agire su scala globale. In pratica si tratta di gestori di risorse “governativi” che investono sul mercato per ottenere profitti o vantaggi strategici. Oggi ci sono circa 62 fondi più di 20 hanno assunto un ruolo di primo piano nell’industria finanziaria mondiale, fra i più noti si trovano fondi cinesi e arabi, ma anche norvegesi e russi. Nello studio viene analizzato come questi fondi, nei diversi stili di gestione dei loro portafogli, siano arrivati ad essere attori indiscussi della scena economico-finanziaria mondiale.

I Fondi Sovrani, generalmente traggono le proprie risorse dai proventi derivanti dalle materie prime del Paese (è il caso della maggior parte dei fondi sovrani sauditi, di Abu Dhabi, del Kuwait e in genere del Medioriente) o dai ricavi ottenuti dalle esportazioni (è il caso dei fondi cinesi e del Sud Est asiatico in particolare). In genere un fondo sovrano può ottenere le proprie risorse anche da surplus della bilancia dei pagamenti del Paese che lo controlla, da operazioni in valuta straniera, dai proventi di operazioni di privatizzazione, o da surplus fiscali.

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In Italia i Fondi Sovrani detengono partecipazioni azionarie nel 36% circa delle società quotate, nel 25% di quelle del Regno Unito, mentre tale dato scende tra il 17% e il 19% per quanto riguarda le società tedesche e francesi. Nel nostro paese sono stati realizzati nel 2011 investimenti dei Fondi sovrani per 500 milioni di euro. Nei primi giorni di Novembre del 2012 si concretizzerà il passaggio di una nota casa di moda italiana al fondo del Qatar per 735 milioni di euro.

Altre importanti operazioni si sono concretizzate nel 2012 come l’acquisto di una quota rilevante di Finmeccanica da parte del Fondo Libico, l’aumento in Unicredit al 6.5% (dal 4.9%) dal fondo sovrano di Abu Dhabi, e l’acquisto di Ferretti da parte di un conglomerato controllato dal Governo Cinese. Rimane il Fondo Sovrano Norvegese il più presente con investimenti in azioni pari a €4.7 miliardi e €6.3 miliardi in obbligazioni di cui €4.2 miliardi in Titoli Governativi. Le strategie variano molto tra i 62 Fondi Sovrani attualmente in essere, dai Fondi di stabilizzazione, creati per proteggere e stabilizzare l’economia nazionale dalla volatilità dei prezzi delle materie prime e dell’export (es. General Investment Fund amministrato dalla Kuwait Investment Authority) ai Fondi di Diversificazione creati per differenziare le fonti di ricchezza nazionale (es. Qatar Investment Authority-QIA), fino ai Fondi creati con il fine di supportare il sistema pensionistico del paese. (es. Norwegian Government pension Fund).  Sono inoltre da evidenziare, i fondi creati con lo scopo di finanziare progetti di sviluppo socioeconomico ed industriale del Paese (es. Fondo del Venezuela) ed i Fondi creati per ridurre il costo opportunità di mantenere immobilizzate riserve in valuta in eccesso e/o per cercare di massimizzare il rendimento degli investimenti. (es. Korea Investment Corporation).

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Tra le strategie d’investimento più rilevanti, emergono quelle dei fondi: norvegese, cinesi, di Abu Dhabi e Singapore, quattro nazioni con differenti stili strategici. Il primo per patrimonio gestito, il norvegese GPFG Government Pension Fund – Global (attivi per 656 mld di $), ha l’obiettivo di salvaguardare e creare benessere finanziario per le future generazioni e si caratterizza per un forte investimento sul mercato italiano. La responsabilità sociale è il pilastro su cui si basano gli investimenti e pertanto valuta solamente le società che rispecchiano i principi etici del fondo su un orizzonte temporale di lungo periodo.

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I fondi cinesi sono tre, il CIC China Investment Corporation (patrimonio gestito di 482 mld di $), è il più attivo a livello globale, grazie anche al suo mandato. I suoi investimenti hanno l’obiettivo di diversificare all’estero parte delle ampie riserve governative. Il fondo inoltre investe anche entro i confini nazionali, svolgendo un ruolo fondamentale nel rifinanziare direttamente gli istituti di credito in difficoltà, assumendo una connotazione simile al prestatore di ultima istanza.

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I Fondi di Abu Dhabi, sono i tipici fondi mediorientali le cui fortune si basano sui surplus dell’attività di export sul petrolio. Abu Dhabi possiede quattro fondi di investimento, il primo l’ADIA (Abu Dhabi Investment Authority con patrimonio gestito di 627 mld di $) investe nei mercati internazionali sui principali strumenti equities, fixed income, real estate, private equity and alternatives. L’80% del patrimonio Adia è affidato a gestori di fondi esterni, il 60% dell’investito segue strategie di replica di indici. Il Fondo ADIC (Abu Dhabi Investment Council) gestisce gli investimenti interni all’emirato di Abu Dhabi che erano precedentemente gestiti dalla Abu Dhabi Investment Authority (ADIA).

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Infine l’IPIC (patrimonio gestito di 65 mld di $) è il fondo che mira a sviluppare e rafforzare la presenza di Abu Dhabi nel settore degli idrocarburi investendo in progetti petroliferi. Il governo ha incaricato IPIC fin dalla sua nascita, di garantire la raffinazione di petrolio greggio e di svolgere un ruolo centrale nella formazione e gestione di alleanze internazionali.

 

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