Il Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha pubblicato il Monitor dei distretti industriali del Triveneto, realizzato per conto dei principali soggetti del gruppo che operano sul territorio (Cassa di Risparmio del Veneto, Carive, CariFvg e Banca di Trento e Bolzano) .
Si tratta di un quadro che esprime la complessità del momento economico attuale, che si può indubbiamente definire a “luci e ombre”. Infatti l’andamento cambia da distretto a distretto, con circa la metà dei distretti in crescita e la metà in difficoltà sui mercati esteri.
Molto differenziato anche l’andamento delle esportazioni nei principali sbocchi commerciali. Al calo accusato nei paesi europei più colpiti dalle manovre di austerity (Grecia e Spagna), si è aggiunta la frenata accusata in due importanti motori dell’export triveneto, la Francia e la Germania. Al contempo, però, le esportazioni sono tornate a crescere a ritmi sostenuti su due importanti mercati avanzati come gli Stati Uniti e il Giappone.
In sintesi, questi i principali dati sull’andamento dei distretti del triveneto
Resistono i poli tecnologici del Triveneto in crescita del 5,7%.
In Friuli Venezia Giulia calano componentistica, termoelettromeccanica e mobile di Pordenone ma tengono prosciutto di San Daniele, coltelli e forbici di Maniago ed elettrodomestici di Pordenone.
Nel Trentino Alto Adige arretrano le mele del Trentino, ma tengono gli altri distretti della regione (mele dell’Alto Adige, vini di Bolzano e di Trento, porfido di Val di Cembra e legno e arredamento dell’Alto Adige).
In Veneto su ventidue distretti oltre la metà aumentano le vendite estere. In evidenza alcuni distretti della moda, dell’agro-alimentare e del sistema casa. Arretrano, invece, la calzatura sportiva di Montebelluna, le materie plastiche di Treviso, Vicenza e Padova e la meccanica strumentale di Vicenza.
Calano le esportazioni verso i paesi europei più colpiti dalle manovre di austerity (Grecia e Spagna) a cui si è aggiunta la frenata accusata in due importanti motori dell’export triveneto, la Francia e la Germania. Al contempo, però, è tornato a crescere l’export verso Stati Uniti e Giappone.
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