Quando si costruisce un portafoglio nel quale viene distribuito il proprio investimento, si parte da una serie di presupposti impliciti o espliciti su come ci si aspetta che si sviluppi lo scenario economico e finanziario. In base a questi presupposti, si sceglie il bilanciamento tra azioni, obbligazioni e liquidità, e più in dettagli si scelgono gli specifici titoli su cui investire.
Se le premesse su cui ci si era basati si dimostrano vere, si ottiene un guadagno: ma questo non è in realtà nulla di sorprendente.
Creare un portafoglio di investimento che funziona perfettamente quando si verificano le ipotesi su cui ci si era basati è facile. Il difficile però è farne uno che funziona abbastanza bene anche quando le ipotesi si dimostrano completamente errate.
Valutare bene cosa succederebbe se i presupposti e le previsioni su cui ci si è basati fossero sbagliate è una cosa che in realtà in pochi fanno, ma sarebbe un “esercizio” molto utile per avere una maggiore consapevolezza di quel che si sta facendo, e comprendere bene i rischi che si stanno prendendo.
Tanto più che è oggettivamente raro che le cose vadano esattamente come ci si aspetta. In generale è bene avere una strategia solida che possa reggere anche se le cose non vanno come previso, piuttosto che cambiare strategia di punto in bianco perché si vede che non funziona: cambiare strategia comporta spesso costi molto più elevati di quel che si può credere a prima vista.
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