Il sogno degli alchimisti si avvicina ad essere realtà dopo la scoperta di un batterio, il Cupriviadus metallidurans, in grado di produrre oro a 24 carati. Più nello specifico, il batterio trasforma il cloruro aurico in oro.
Il batterio appartiene alla categoria degli “estremofili”, in grado di vivere anche in ambienti ad alte concentrazioni di metalli pesanti e di sostanze tossiche (il cloruro aurico, ad esempio, è tossico per molti altri organismi).
I ricercatori della Michigan State University hanno creato un’installazione artistica dimostrativa delle capacità del batterio.
Il processo non è trasferibile su larga scala per scopi produttivi, ma secondo gli studiosi potrebbe essere da rivedere quel che si pensava di sapere sulle pepite d’oro, la cui formazione sarebbe da spiegare non con fenomeni geologici, ma almeno in parte biologici.