L’indennità di disoccupazione viene talvolta “accusata” di essere una forma di disincentivazione dalla ricerca del lavoro: nel più classico dei meccanismi di moral hazard, c’è chi ritiene che maggiore è la indennità di disoccupazione, minore è lo sforzo che uno impiegherà per trovare un nuovo lavoro.
Una ricerca approfondisce questo tema, andando a vedere il caso pratico dell’Italia ed in particolare cosa è successo a cavallo del 2001, quando è stato elevato l’importo (salito dal 30 al 40% dell’ultima retribuzione) e aumentando la durata massima (per gli ultra-cinquantenni, da 6 a 9 mesi).
Contrariamente alle aspettative di cui dicevamo all’inizio, l’aumento dell’importo del sussidio non ha comportato alcun “prolungamento del periodo di percezione”.
L’estensione di 3 mesi della durata potenziale del sussidio evidenzia invece un incremento medio del periodo di percezione del sussidio di circa 1 mese (il confronto per maggiore significatività è stato fatto tra beneficiari poco sopra e poco sotto la soglia dei 50 anni), ma in ogni caso significativamente
I dati della ricerca sono importanti, perché il sussidio di disoccupazione può svolgere una funzione importante, fungendo da “assicurazione” sul posto di lavoro e offrendo una garanzia per il reddito.
I ricercatori però mettono le mani avanti sulle conclusioni ottenute, soprattutto in merito agli effetti dell’importo: infatti per quanto sia aumentato, è rimasto ad un livello sostanzialmente molto basso rispetto alla normale retribuzione.
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