Economia e Finanza

Sono più produttivi i distretti industriali o le città?

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Tradizionalmente, in Italia si è data molta attenzione (più nella letteratura economica che nella pratica, in realtà) ai distretti industriali,  quelle aree geografiche caratterizzate da una forte specializzazione su una specifica tipologia di prodotto, e con una componente importante di piccole e medie imprese. La specializzazione dell’area consente alle aziende di ottenere uno scambio di know-how, nonché di avere a disposizione nelle vicinanze un gran numero di fornitori, che permette di ottenere prodotti spesso di qualità elevata pur mantenendo una buona flessibilità.
Uno studio però mette in dubbio il fatto che quello dei distretti industriali sia il modello “ideale”. Se da un lato è vero che la produttività delle imprese dei distretti industriali è più elevata di quelle che sono collocate in aree “neutre”, ci sarebbero delle aree dove le imprese hanno una produttività ancora maggiore: le città.


Lo studio suggerisce  che in Italia a un “effetto distretto”, tradizionalmente rilevato dalla letteratura, se ne associa uno più consistente riconducibile alla localizzazione delle  imprese negli ambienti urbani. Il vantaggio  delle aree urbane potrebbe essere dovuto alla  loro diversificazione settoriale, che consente alle imprese di beneficiare di esternalità positive generate dall’interazione diretta con fornitori e clienti locali che svolgono un’ampia  gamma di attività, incluse quelle dei servizi.
L’affievolirsi del divario per le imprese distrettuali indica infine che le imprese nelle città hanno risposto in modo più efficace rispetto a  quelle nei distretti alle esigenze di ristrutturazione emerse nell’ultimo decennio, a seguito  di eventi quali l’introduzione dell’euro, la diffusione delle nuove tecnologie e  l’affermazione di nuovi paesi nel commercio internazionale.

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