L’Area Research di BMPS ha elaborato il report “L’investimento in preziosi: beni rifugio d’eccellenza” che analizza gli ultimi 5 anni delle principali aste internazionali di gioielli e preziosi, attraverso l’indice MPS Jewels Index.
Il comparto dei preziosi si conferma “rifugio”, di natura anticiclica, anche se ha avuto un’influenza non trascurabile il sensibile incremento del valore della materia prima: oro, argento e pietre preziose: nel periodo di riferimento, l’oro è cresciuto del +144,4%, l’argento del +218,2%, quest’ultimo però che soffre di una maggiore volatilità per via di un mercato meno ampio. Per quanto l’oro ad esempio nel solo mese di settembre 2011 ha perso il 12%, i ricercatori di BMPS prevedono un consolidamento del movimento rialzista dei due metalli, fino almeno alla prossima primavera 2012. Il gioiello, secondo le analisi dei ricercatori, combina le caratteristiche dell’investimento in oro e di quello in opere d’arte, e quindi si configura come un “beni rifugio d’eccellenza”. A patto che, aggiungiamo noi, il mercato non sia caratterizzato da bolle speculative.
Oltre che il “gioiello-investimento”, i ricercatori di MPS hanno analizzato anche l’industria del gioiello italiano, un settore importante del “Made in Italy” di eccellenza. La crescita registrata (in termini di valore) nella produzione e nell’export risente più del rincaro dei metalli preziosi che da un incremento effettivo della domanda reale. La pressione competitiva sul settore è in realtà in crescita, non solo a causa di fattori quali la crescita del costo delle materie prime, e la diminuzione reddito disponibile per i beni voluttuari, ma pesa anche la volatilità dei cambi, e anche fattori quali l’assenza di economie di scala (ogni pezzo è unico o quasi). Ma il dato più preoccupante, dal nostro punto di vista, è la difficoltà reperimento manodopera qualificata, dato che senza di essa rischia di perdere di fondamento il concetto di “Made in Italy”. La prospettiva, secondo i ricercatori è che il legame tra oreficeria e fashion system sia destinato ad aumentare, almeno per i marchi storici della gioielleria tradizionale italiana e per gli operatori che insistono già su settori attigui al lusso.
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