Segnaliamo un passaggio dell’intervista all’ex-rettore della Bocconi Roberto Ruozi su Repubblica.it, che si sembra colga un aspetto importante del problema, e cioè che il problema non è tanto nelle cifre di cui si parla (certamente elevate ma non “da record”), quanto nelle difficoltà di coordinamento delle decisioni all’interno della UE.
“La macchinosità e la lentezza dei processi che servono per prendere queste decisioni. L’Europa sembrava aver deciso di istituire questo Fondo di salvataggio che avrebbe dovuto intervenire, quando fosse il caso, in modo quasi automatico, dunque con rapidità. Invece servono decisioni all’unanimità dei 16 paesi mell’euro, si perdono mesi in trattative per cifre non drammatiche: si pensi che per l’Irlanda si parla di un importo che è circa la metà di quello messo in campo dal governo americano per salvare l’Aig, con una decisione molto rapida; per la Grecia la cifra è era ancora meno. Qui, invece, si è detto che l’accordo per l’Irlanda è stato raggiunto, ma non mi risulta che sia ancora stato firmato niente. E’ in questa incertezza che sguazza la speculazione e così la situazione si aggrava. E’ questo problema che l’Europa deve assolutamente superare”.