Gli effetti della riduzione del rating dei Titoli di Stato greci, classificati come “junk” da Standard&Poor, porta ancora una volta all’attenzione il potere che queste agenzie hanno, per il peso che gli investitori danno a queste “opinioni qualificate”.
E’ emerso più volte però come le agenzie di rating abbiano “manipolato” i rating, allo scopo di soddisfare i clienti che emettevano “titoli tossici” e non perdere contratti. E così molti investitori si sono lasciati ingannare, e hanno acquistato titoli spazzatura come se fossero titoli della massima affidabilità.
A nostro parere — ma ci uniamo ad un crescente insieme di voci ben più autorevoli — sarebbe il caso di iniziare a pensare seriamente ad introdurre un meccanismo di rating delle agenzie di rating, per prevenire o quantomeno limitare i potenziali abusi che il sistema, così come è ora, permette. Ad esempio il sistema potrebbe essere basato sulla verifica a posteriori delle valutazioni fatte. Una cosa che peraltro verrebbe incontro alle agenzie di rating, dato che poiché le loro valutazioni sono prese come riferimento dalla maggior parte degli investitori, si creano delle aspettative autorealizzanti (per capirci, se io prevedo che la società x fallirà, e tutti credono alla mia previsione, allora eviteranno di evitare transazioni che la coinvolgono, e x alla fine effettivamente fallirà, a prescindere dal fatto che inizialmente fosse “sana” o meno).
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