Secondo quanto riporta il Corriere, il Governo di Dubai ha dichiarato che non c’è nessuna garanzia dello Stato sui debiti di Dubai World, come avevamo anticipato, concretizzando sempre di più il rischio di grosse perdite per i debitori. Anche se non è detta l’ultima parola, e c’è chi conta in un intervento del governo federale degli Emirati (ricordiamo che Dubai è uno dei sette emirati che compongono gli Emirati Arabi Uniti).
Una mossa che non sorprende, ma che avrà come effetto collaterale quello di indebolire la fiducia nel medio-termine nelle attività “para-pubbliche” degli Emirati. Abbiamo già detto del modello di business “da bolla” di Dubai World. Aggiungiamo che alcuni analisti stimano che la “sfiducia” causata dalla crisi possa costringere a rivedere al ribasso del 20-30% le previsioni di prezzi degli immobili per il 2011.
Ma vale la pena un’ulteriore osservazione: l’attrattività di Dubai è sempre stata costituita quasi unicamente dal fatto che è (era) un posto ricco. Se smette di essere tale, o anche solo di essere considerato tale, come può pensare di mantenere attrattività? La sensazione è che la crisi finanziaria sia stata gestita male: lasciata degenerare troppo, in primo luogo, e con una forse insufficiente attenzione alla fiducia dei mercati, che per l’economia di Dubai è un bene più che prezioso.
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