Continuiamo la carrellata sui miglioramenti necessari al sistema finanziario.
La governance degli istituiti finanziari è un tema che è stato molto al centro dell’attenzione, anche se con una focalizzazione sui bonus dei top manager, da collegare “per legge” ai risultati di lungo periodo anziché di breve. In realtà la questione relativa alla governance è più ampia, e riguarda il ruolo delle assemblee degli azionisti nella gestione aziendale, ruolo che non deve essere minimizzato (rendendo peraltro possibili anche le distorsioni retributive di cui si è molto discusso): la logica di fondo è che la partecipazione degli azionisti alle scelte strategiche (e il relativo dibattito che questo comporta) permette che siano vagliate in modo più accurato, e quindi che emergano eventuali elementi non in linea con una logica di sostenibilità.
Al ruolo degli azionisti si affianca il tema del ruolo dei board: infatti questi organi (in molti casi oggi con un ruolo minimo o quasi) possono aver invece una funzione importante nel “validare” le decisioni del top management.
Per ultimo, all’interno della governance rientrano anche le procedure di risk management, che (soprattutto nel caso di alcune banche estere) si sono dimostrate implementate in modo tutt’altro che ottimale, esponendo le banche a rischi maggiori di quanto da esse stesse preventivato
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