Il 3 agosto scorso ABI e le associazioni dell’Osservatorio banche-imprese hanno firmato un’accordo per la sospensione del pagamento della quota capitale delle rate di mutuo dovute dalle Pmi verso banche. Si tratta di un accordo che agevola le Piccole e Medie Imprese e può fornire un valido supporto, ma a scanso di equivoci va detto che non è “un regalo”. Infatti l’accordo prevede la sopensione per 12 mesi del pagamento della quota capitale delle rate di mutuo, ma chiaramente questo si traduce in una dilatazione della durata del mutuo, e non in uno “sconto”. Infatti, i destinatari dell’accordo sono le aziende in difficoltà puramente temporanea, tant’è vero che solo le aziende cosiddette “in bonis“, cioè quelle che non hanno saltato o ritardato pagamenti, possono presentare la richiesta di sospensione. Si tratta di una limitazione in realtà ragionevole se si considera l’aspetto, spesso citato ma raramente applicato, che è molto più efficace a livello globale supportare le imprese sane, aiutandole a crescere, piuttosto che prolungare l’agonia di quelle in difficoltà strutturale, che magari hanno modelli di business non sostenibili. Oltre alla sospensione della quota capitalde del mutuo, l’accordo prevede anche la possibilità di sospendere fino a 12 mesi la quota capitale “implicita” nei canoni delle operazioni di leasing, ma anche di allungare a 270 giorni le scadenze del credito a breve termine, per sostenere le esigenze di cassa, anche qui però con riferimento alle operazioni di anticipazione su crediti certi e esigibili. Per ultimo è stata introdotta la possibilità di accedere ad appositi finanziamenti per chi realizza processi di rafforzamento patrimoniale. Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]