Avevamo scritto qualche giorno fa delle polemiche intorno al trading automatico (detto anche program trading, o algorithmic trading), nate a seguito del tentato furto degli algoritmi ai danni di Goldman Sachs. Aggiungiamo un ulteriore tassello al discorso, sottolineato da alcuni analisti, per evidenziare come il trading automatizzato dovrebbe essere meglio regolamentato.
L’elemento da considerare è tanto semplice quanto importante, e cioè i volumi che muove questa forma di trading, che nella Borsa di New York pesano per più del 45% delle transazioni. Questo può sembrare un fatto interessante solo dal punto di vista statistico, ma in realtà impatta su un aspetto fondamentale del funzionamento del mercato, e cioè la percezione di liquidità.
Dato che i sistemi di trading automatizzato effettuano (molto velocemente) molte operazioni, i titoli che vengono toccati da queste operazioni sembrano avere molta domanda e molta offerta: ma non è detto che questa sia “reale”, perché la liquidità in realtà non dipende solo dai volumi trattati ma dal numero di soggetti distinti che partecipa al mercato. Dato che molte operazioni vengono svolte dallo stesso soggetto, la liquidità è sovrastimata, con conseguente potenziale sottositma del rischio legato al titolo trattato.
In generale, va evidenziato come siano sempre maggiori le voci critiche nei confronti del trading algoritmico. Merita di essere citato il paper di due analisti di Thesis Trading, Sal L. Arnuk e Joseph Saluzzi, che definistono il trading automatizzato come una tassa nascosta sugli investitori (e non esito a definirlo “trading tossico“) a vantaggio degli operatori che svolgono questo tipo di attività (ed in effetti, Goldman Sachs dovrebbe proprio al trading algoritmico gran parte dei quasi 7 miliardi di dollari di utili messi insieme negli ultimi mesi): “per quanto i prezzi probabilmente vadano dove sarebbero comunque andati, il trading tossico toglie i soldi agli ‘investitori reali’ e lo dà al trader con li computer migliore“.
Banche e Risparmio [http://www.banknoise.com]