La FED ha apportato un ulteriore sostanziale taglio ai tassi, ma questa volta ci sono alcune novità. Innanzi tutto, il tasso non è stato definito in modo “puntuale” (cioè un numero specifico) ma è stato individuato un intervallo (nello specifico, tra lo 0,0% e lo 0,25% – contro l’1% precedente). Già questo è un segnale importante, perché indica che il puro e semplice tasso target ha perso di rilevanza nella politica economica (una situazione del resto prevedibile in un contesto tendente alla “ZIRP” – Zero Interest Rate Policy).
Va anche detto che nonostante il target del Fed Funds Rates fosse precedentemente fissato all’1%, già nelle scorse settimane il tasso effettivo aveva già toccato lo 0.125%, come evidenzia anche il noto economista Nouriel Roubini.
Questo cambio di politica indica una volontà di intervenire con operazioni di mercato aperto, anche in conseguenza del sempre più affollato programma di prestiti, che a questo punto sembra diventare un nodo centrale anche della politica monetaria. Del resto però, da quando la Fed ha iniziato a pagare gli interessi sui deposti delle banche il Fed Fund ha forse iniziato a perdere parte del suo significato in termini di politica monetaria.
Un aspetto interessante è che questa situaizione potrebbe mettere in difficoltà i fondi monetari, che con tassi così bassi potrebbero trovare difficoltà a produrre guadagni per gli investitori.
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