Economia e Finanza

Arrivano i primi mutui legati al tasso BCE: convengono davvero?

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Chi ha un mutuo a tasso variabile negli ultimi mesi ha sofferto molto, come conseguenza dell’impennata del tasso Euribor, che fa da tasso di riferimento per la gran parte di tali mutui. Infatti, come abbiamo ripetuto più volte, il tasso Euribor rappresenta il tasso cui le banche si prestano il denaro l’un l’altra ed è stato messo sotto pressione dal maggiore rischio percepito — dalla sfiducia reciproca tra le banche, in altre parole.


Per questo motivo, alcune banche stanno iniziando a lanciare mutui a tasso variabile indicizzati sul tasso della BCE anziché sull’Euribor. Idea che peraltro era già stata lanciata sia da ambienti della Banca Centrale Europea che dalla Banca d’Italia. La prima banca a lanciare un mutuo indicizzato al tasso BCE è BPM.

C’è però uno svantaggio nell’indicizzazione al tasso BCE: infatti lo spread, è maggiore rispetto ai tassi indicizzati all’Euribor. Il che vuol dire che in condizioni come quelle attuali, dove l’Euribor è sotto tensione, un mutuo indicizzato al tasso BCE è conveniente, ma in condizioni di normalizzazione dell’Euribor non è detto che sia di nuovo così. Anzi, probabilmente lo spread comprende anche un certo premio di rischio proprio per ricompensare l’esposizione della banca al maggior rischio.

C’è già quindi chi accusa le banche di scaricare il rischio sui clienti. Se mi permettete un po’ di polemica, la domanda che ci si dovrebbe però allora fare è “su chi dovrebbe ricadere allora il rischio?“. Per quanto da consumatori sarebbe bello il contrario, oggettivamente ha perfettamente senso che sia chi si fa fare un prestito che si espone ai rischi che ne consegue. È proprio una chiara consapevolezza del rischio uno degli aspetti più carenti nella cultura finanziaria dei risparmiatori. Tanto più nel contesto di una crisi finanziaria causata dall’eccessivo rischio che le banche si sono assunte.

Ma questo quindi vuol dire che i mutui indicizzati al tasso BCE non convengono? Non è detto. I mutui di questo tipo sono interessanti, ma bisogna aver chiaro che il vantaggio non è un risparmio, ma una maggiore prevedibilità della spesa, dato che il tasso della banca centrale varia con meno frequenza di quello Euribor. La prevedibilità e stabilità della spesa è un aspetto importante, ma non vuol dire spendere meno: vuol dire poter programmare in maggiore dettaglio le proprie uscite, certamente un elemento importante in un contesto come quello italiano dove per molti le entrate non sono poi così elevate.

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