Il Financial Stability Forum ha presentato ai ministri delle finanze dei G7 un documento con una serie di “meccanismi operativi” per risolvere la crisi del credito o quantomeno ridurre le possibilità che si ripeta in futuro. I suggerimenti sono indirizzati a migliorare la trasparenza del sistema finanziario, anche attraverso la maggiore vigilanza, e quindi direi che è apprezzabile perché affronta il problema di fondo (la trasparenza, appunto), anziché concentrarsi sui sintomi, evitando la tentazione di creare authority o organismi che si sovrappongano con altri (per esempio, viene delegato allo IASB – l'”autorità” che si occupa di contabilità – l’aspetto non secondario del miglioramento le linee guida per la valutazione degli strumenti finanziari all’interno dei bilanci). Peraltro va detto che già qualche stato ha iniziato a lavorare su leggi e regolamenti tesi a migliorare la trasparenza ed a ridurre i conflitti di interesse.
In estrema sintesi, i macro-punti principali delle azioni operative suggerite sono cinque:
- Rafforzamento della vigilanza prudenziale sul patrimonio, sulla liquidità e sulla gestione del rischio;
- Potenziamento della trasparenza e delle valutazioni;
- Modifiche nel ruolo e nell’utilizzo dei rating per il rischio di credito;
- Rafforzamento della risposta ai rischi da parte delle autorità;
- Meccanismi per gestire le tensioni nel sistema finanziario
Chiaramente, poi tutto dipende da se e come queste azioni poi saranno applicate nella pratica, anche a livello di singolo stato, ma questo è un altro discorso.
A mio parere sarebbe inoltre interessante un ri-esame degli effetti a livello macro dell’applicazione diffusa di strategie di risk management, che finora è stato prevalentemente studiato a livello di singolo operatore, per verificare se effettivamente abbia effetti sul “rischio complessivo” dei mercati, come sostiene qualcuno, nel qual caso serviranno misure per affrontare il problema.
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