I segnali negativi che arrivano dagli USA stanno preoccupando non poco gli europei. Ho però l’impressione che vi siano una serie di equivoci, mi pare cioè che stia dando per scontato tutta una serie di cose che scontate non sono poi tanto.
- Quello che sta accadendo a livello “macro” è che gli USA stanno perdendo il ruolo centrale nell’economia mondiale, inevitabilmente dato l’emergere di paesi che fino a pochi anni fa non erano neppure considerati industrializzati. Di conseguenza continuare a limitarsi a guardare a quello che succede in USA rischia di dare una visione distorta, soprattutto se si vuole fare dei ragionamenti di medio periodo.
- La crisi attuale è fondamentalmente dovuta a un approccio “permissivo” delle banche USA nella concessione di crediti, con un’alta percentuale di prestiti (di vario tipo) a rischio. La crisi ha inevitabilmente riflessi in tutto il mondo, per le strette connessioni tra le varie istituzioni finanziarie, ma va detto che le banche europee dovrebbero essere meno esposte a rischi di questo tipo anche in conseguenza della legislazione più rigorosa dei paesi europei in materia, anche se il condizionale è d’obbligo a causa dei dubbi sulla reale trasparenza del sistema. Ma comunque, non è un caso se uno degli elementi che “tranquillizzano” gli analisti sul fatto che Lehman Brothers sia più solida di Bear Staerns è il fatto che opera in gran parte fuori dagli USA.
- Ovviamente, tutto questo non vuol dire che gli USA siano malati mentre l’Europa è sanissima, al contrario anche l’Europa ha i suoi bei problemi. Ma facciamo attenzione: il fatto che Europa ed USA siano entrambi “malati” non vuol dire che possano essere guariti con le stesse medicine. Evitiamo, in altre parole, l’errore di voler copiare pari pari le “cure” americane senza preoccuparsi di vedere se fanno effettivamente al caso nostro.
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